Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 31 agosto 2014
Mercoledì si sono verificati nuovi scontri tra i pastori semi-nomadi Fulani (di religione musulmana) e gli abitanti del villaggio Tudun-Ababun, nello Stato di Nasawrawa, al centro della Nigeria, popolato da gente di etnia eggon, agricoltori cristiani.
Domenica scorsa gli abitanti del villaggio hanno accusato i fulani del furto di capi di bestiame. Mercoledì notte i pastori semi-nomadi hanno assalito il villaggio, uccidendo sessanta persone e bruciando alcuni corpi.
Umaru Ismaila, portavoce della polizia dello Stato di Nasarawa , è stato raggiunto telefonicamente dai reporter di Reuter e ha confermato quanto è accaduto nel villaggio di Tudun.Ababun, sottolineando: “Gli abitanti sono stati uccisi a colpi di machete”.
Un particolare importante questo. Infatti, spesso i fulani attaccano i villaggi cristiani con fucili automatici e altre armi di ultima generazione, che, potrebbero essere forniti da militanti del gruppo estremista di estrazione jihadista Boko Haram. Secondo il direttore dell’ufficio informazione del Ministero della Difesa nigeriano, Chris Olukolade , militanti dei temibili estremisti si sarebbero infiltrati tra i fulani. La notizia è stata confermata dopo alcuni arresti effettuati in aprile, dopo violenti attacchi nello Stato di Taraba.
Alcuni dei fermati sono stati identificati come appartenenti all’etnia kanuri, cui appartengono la maggior parte dei militanti del gruppo Boko Haram. Non si esclude dunque che molti attacchi a comunità di agricoltori stanziali cristiani siano stati effettuati dagli estremisti e non si esclude nemmeno che alcuni pastori semi-nomadi appartenenti all’etnia fulani si siano uniti a cellule del gruppo Boko Haram.
I fulani sono di origini antiche. Si ipotizza che siano i discendenti di una popolazione preistorica del Sahara, immigrata in seguito nel Senegal, per poi spostarsi verso l’anno 1000 d.C. lungo le rive del fiume Niger, alla ricerca di nuovi pascoli per le loro mandrie. A loro si deve la diffusione della religione islamica nell’Africa occidentale. Vivono in un territorio che va dalle coste dell’Oceano Atlantico a quelle del Mar Rosso.
Loro stessi si chiamano con il nome “fulbe” (singolare pullo, infatti in francese sono conosciuti come poel), vocabolo che deriva dalla lingua fufulde che significa “nuovo”.
Nel passato i fulani e gli agricoltori vivevano in armonia. I primi, grazie alle loro mandrie, fertilizzavano i campi dei secondi e offrivano latte e carne. In cambio ricevevano grano e altri prodotti agricoli. Con il passare degli anni questa pacifica convivenza è venuta meno. Anzi, si è trasformata in guerra e questo anche a causa dei cambiamenti climatici, sviluppo e incremento delle aree coltivabili da una parte e l’aumento delle mandrie dall’altra.
Questo conflitto d’interessi ha portato a scontri importanti un po’ ovunque, non solo in Nigeria, ma anche in tutto il Sahel, con la differenza sostanziale che in nel colosso africano gli agricoltori sono per lo più di religione cristiana, mentre i fulani sono musulmani. Gli Stati più colpiti da questa faida sono: Benue, Taraba, Nasarawa e Plateau, che si trovano al centro della Nigeria.
Per difendersi, gli agricoltori si sono organizzati e hanno formato dei gruppi di vigilanti, una sorta di milizie private. Ci si fida più di loro che delle forze armate regolari, sovente sospettati di essere in collusione con i fulani/boko-haram.
Nel mese di aprile, durante uno scontro nello Stato Nasarawa tra le due fazioni in causa, le forze di sicurezza nigeriane hanno ucciso quindici fulani. Ciò ha portato a una reazione da non sottovalutare da parte di Nigeria’s Muslim Rights Concern (MURIC).
“Nel passato, il pascolo per le mandrie – c’è scritto in loro documento – è sempre stato affrontato in modo pacifico nel nostro Paese. Recentemente, invece, sembra che sia nata una resistenza organizzata nei confronti dei pastori fulani. Ciò non è ammissibile. Testimoni confermano che i tentativi di riconciliazione tra i pastori e gli agricoltori subiscano interferenze da forze esterne che seminano nuovi morti, non appena un accordo di pace è stato o sta per essere siglato…… Consideriamo da ora in poi ogni atto di ostilità contro i fulani come un attacco indiretto verso i musulmani. Il genocidio nei confronti dei fulani è senza ombra di dubbio un uccisione di massa dei musulmani. E’ una guerra contro l’Islam”.
Cornelia I. Toelgyes
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