Mauritania, dove le galere sono dei lager

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Cornelia I. Toelgyes
3 luglio 2014
Nelle carceri della Mauritania non vengono rispettati i diritti umani. I prigionieri vengono torturati. Sono queste le accuse che  Tut Mint Al-taleb Al Nafè , una parlamentare che rappresenta un partito islamico, ha rivolto al ministro della giustizia, Sidi Ould Zain, durante un question time.

Nafè ha aggiunto di essere stata informata che ultimamente sono deceduti diversi detenuti  a causa di maltrattamenti subiti nei penitenziari. “Inoltre – ha aggiunto – non ricevono un’assistenza sanitaria adeguata ed è già capitato che dei prigionieri avessero incendiato le loro celle per protestare contro i maltrattamenti e scarse cure mediche”.

Era scontato che il ministro negasse. Zain ha detto che in tanti anni è stato segnalato un solo caso di torture in carcere. I criminali responsabili  marciscono ancora in galera. “La situazione delle nostre prigioni è accettabile, comparata a quella dei Paesi vicini, sena specificare i Paesi in questione. E poi, tutti dobbiamo morire un giorno o l’altro. Certamente la loro morte è riconducibile a malattie contratte prima di essere stati condannati, dunque morire non significa che la situazione nei nostri penitenziari sia inaccettabile”, è stata la risposta del ministro.

In alcuni rapporti di organizzazioni che difendono i diritti umani si legge, tra le altre cose, come il governo della Mauritania ignori completamente i diritti dei detenuti e sottolinea,  che spesso sono soggetti a maltrattamenti.

“Nelle prigioni della Mauritania uomini, donne e bambini vengono torturati perché  confessino”, questo scrive Amnesty International in una relazione dello scorso anno.

I familiari di un recluso salafita hanno recentemente sostenuto che il loro congiunto è morto in galera  per via dei maltrattamenti continui.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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