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Cornelia I. Toelgyes
27 giugno 2014
Una ventina di arresti, per lo più donne, tra cui due sono mogli di politici di spicco del Niger. La prima, una delle mogli di Hama Amadou, presidente del parlamento ed ex-primo ministro, la seconda, è la moglie del ministro all’agricoltura, Abdou Labo. Le accuse sono pesanti: traffico di bambini, di neonati, per essere precisi. Una fonte delle forze di sicurezza nigeriane ha rivelato ai reporter della France Presse che si tratta di un’indagine portata a termine grazie alla collaborazione della polizia di Nigeria, Niger e Benin. Infatti i neonati arrivavano in Niger dalla Nigeria passando dal Benin.
I neonati erano destinati a coppie impossibilitate a procreare, pronte a pagare migliaia di Euro per un figlio; ovviamente il prezzo per un maschietto è un po’ più elevato.
Le mamme, generalmente le giovani donne con gravidanze non desiderate, più raramente perché stuprate, si facevano ricoverare in cliniche private in Nigeria, in cosiddette “fabbriche di bambini”. In cambio del loro figlio, ricevevano un compenso di centocinquanta Euro. Nello sporco e miserabile traffico sono anche coinvolte impiegate e paramedici, ora agli arresti. Alcuni sono già stati interrogati mercoledì dal magistrato per le indagini preliminari.
Secondi fonti delle Nazioni Unite, il traffico di esseri umani è uno dei maggiori crimini in Nigeria, dopo la frode e quello della droga.
Per ora non sono trapelati altri particolari. Nessun nome circa le coppie “acquirenti”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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