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2 giugno: dopo 21 anni la festa della Repubblica torna a Mogadiscio

Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Mogadiscio, 2 giugno 2014
L’ultima volta che la festa della Repubblica è stata celebrata a Mogadiscio è stato esattamente 21 anni fa. Oggi invece, grazie anche alla caparbietà dell’ambasciatore Andrea Mazzella, la festa si è tenuta di nuovo.

Mancavano i parlamentari italiani (quattro per l’esattezza, presieduti da Pierferdinando Casini) che avevano promesso la loro presenza, ma poi alla fine hanno rinunciato per motivi di sicurezza. Eppure qui a Mogadiscio italiani ce ne sono. E non sono militari, anche civili. Per esempio Alessandra Morelli, la responsabile dell’UNCR (l’Alto Commissariato per i Profughi delle Nazioni Unite). E allora non è nel chiaro quali siano i motivi di sicurezza così gravi che hanno impedito un breve viaggio.

Alessandra Morelli, tra l’altro, qualche mese ha anche subito un attentato organizzato dagli shebab. La sua macchina è saltata per aria. Eppure lei, caparbiamente, ha deciso di restare a Mogadiscio.

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“La mancata visita dei deputati italiani – si è lamentato con Africa Express, un deputato somalo migiurtino (i migiurtini erano i “prediletti” dall’Italia”) – ha creato delusione nel nostro governo a tal punto che il presidente della Repubblica, Hassan Sheick Mohamud, ha annullato la sua partecipazione alla cerimonia per la vostra festa nazionale”.

Peccato: un’altra occasione persa dall’Italia, che in Somalia si sta facendo superare da tutti, persino dai Norvegesi, nonostante il gran lavoro che fanno i diplomatici e il piccolo contingente militare, inquadratoo nella forza multinazionale dell’Unione Europea. Domani, per esempio, è attesa da Oslo una delegazione ad alto livello del ministero degli esteri del Paese scandinavo, che non è neppure membro dell’Unione Europea.

Addurre motivi di sicurezza per non venire in un Paese dove ormai arrivano in continuazione delegazioni da tutto il mondo, è francamente un po’ puerile. Basti pensare che a Mogadiscio atterrano voli di linea di compagnie importanti, come la turca Turkish Airlines.

La cerimonia, cui hanno partecipato parecchi ambasciatori accreditati a Mogadiscio (tra cui il capo della Delegazione della UE, l’italiano Michele Cervone), oltre che politici, autorità civili e militari somale è stata commovente. Durante il suo intervento si è commosso anche l’ambasciatore italiano Andrea Mazzella, che ha lasciato l’incarico al suo successore Fabrizio Marcelli. Marcelli prenderà il suo posto domani.

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Gli onori di casa sono stati fatti da generale Massimo Mingiardi, italiano comandante della missione dell’Unione Europea, che, in un’intervista che pubblicheremo nei prossimi giorni, ha spiegato dettagliatamente a Africa ExPress il fine della presenza militare  nell’ex colonia italiana: addestrare le truppe somale affinché riescano a vincere la guerra contro gli shebab.

Un’impresa non certo facile, una scommessa alla quale si stanno dedicando con grande passione i soldati italiani, tutti paracadutisti della brigata Folgore.

Certo la situazione a Mogadiscio e in tutta la Somalia è ancora difficile. Gli shebab, gli integralisti che si definiscono la filiale somala di Al Qaeda, sono ancora assai combattivi. Pochi giorni fa hanno assalito il parlamento e l’hanno messo a ferro e fuoco.

Un reportage di Channel 4 che potete trovare anche su Africas ExPress spiega molto bene il pericolo rappresentato da questo gruppo terroristico. Si nota tra l’altro, parlando con i somali, un forte desiderio di ripresa e soprattutto di ritorno al passato, un passato laico e progressista non sicuramente religioso e oscurantista.

La maggior parte delle personalità somale presenti, compreso il presidente del parlamento, Mohammad Sheick Osman Jawari, vengono da lontano e parlano tutti l’italiano. Jawari, infatti, ha pronunciato il suo discorso in italiano, lodando Andrea Mazzella (definito “abile ambasciatore”) per il lavoro svolto e ricordando, con un certo compiacimento, la visita al parlamento italiano su invito della presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini.

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Il nostro rappresentante, che aveva parlato qualche minuto prima, non ha risparmiato critiche anche dure, sollecitando i somali a metter fine alle loro differenza politiche, che si traducono poi in guerra e morte.

Ora occorre vedere se la celebrazione della festa della Repubblica a Mogadiscio resterà un fatto isolato o se seguiranno di conseguenza azioni tese a rafforzare i rapporti bilaterali tra Italia e Somalia. La rinuncia dei deputati a partecipare alla festa nella capitale somala, non lascia ben sperare.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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