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Caos elettorale in Malawi: scontro tra la presidente Banda e la Corte suprema

Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
25 maggio 2014
Situazione caotica in Malawi. Le elazioni generali del 20 maggio scorso sono state segnate da gravi irregolarità: mancanza di schede nei seggi, votanti in numero superiore a quello degli iscritti, accuse di hackeraggio nel sistema del computer centrale, solo per citare alcune anomalie.

“Userò il potere conferitomi dalla Costituzione per annullare queste elezioni, si tornerà alle urne fra novanta giorni. Io non sarò più tra i candidati”, ha annunciato Joyce Banda, presidente uscente del Malawi in una conferenza stampa venerdì 23 maggio.

Negli scorsi giorni aveva denunciato le gravi irregolarità durante lo svolgimento delle elezioni del 20 maggio scorso, l’election-day. Per la prima volta nella storia del Malawi sette milioni e mezzo di cittadini si sono recati alle urne non solo per eleggere il loro nuovo presidente, anche i rappresentanti dell’Assemblea nazionale e quelli per i governi locali. Sono stati istituiti quattromila seggi in tutto il paese. Ogni cosa era stata organizzata alla perfezione. Ma a tavolino. Nella realtà non ha funzionato nulla.

Lo svolgimento è stato caotico, per usare un eufemismo. Materiale elettorale arrivato tardi o mai giunto a destinazione. In mancanza delle urne, in alcuni seggi gli scrutinatori hanno usato la fantasia, utilizzando secchielli o semplici buste di plastica. Molti seggi hanno aperto in ritardo, proprio per l’arrivo tardivo delle schede e di altro materiale, perciò in alcuni luoghi le elezioni si sono protratte per altri due giorni. La gente, stanca e inferocita per le lunghe attese, ha bruciato schede elettorali.

Joyce Banda, anche lei in corsa per presidenza e candidata del Peopel’s Party, che ha fondato nel 2011, ha elencato una serie anomalie che si sono verificate durante il processo elettorale:

–        Arresti di alcuni scrutatori per brogli

–        Persone che hanno votato tre volte

–        Alcuni candidati hanno ricevuto più voti degli elettori iscritti a votare

–        Schede bruciate o buttate via

–        Diversi dispositivi di comunicazione bloccati

–        Ha accusato un partito di cui non ha fatto il nome di hackeraggio e infiltrazione nel sistema di conteggio della Commissione elettorale

Maxon Mbendera, presidente del MEC (Malawi Electoral Commission) ha commentato: “Malgrado i problemi  causati dal crash del sistema elettronico  gli scrutinatori stanno eseguendo lo spoglio delle schede manualmente e l’esito sarà valido”. Mbendera ha escluso che ci siano stati attacchi elettronici.

Venerdì sera il MEC ha annunciato che Peter Mutharika,  espressione del Democratic Progressiv Party (DPP) e fratello del defunto presidente Bingo wa Mutharika, al quale la Banda era subentrata in quanto sua vice-presidente, era in poll position con il quarantadue percento  sul trenta percento di schede scrutinate, mentre la Banda si posizionava seconda, con il ventitrè percento.

Il presidente dell’Ordine degli avvocati, Mandala Mambulasa, rispondendo all’annuncio della signora Banda di voler tornare al voto fra novanta giorni, ha ammonito stizzito: “Nella nostra Costituzione non c’è alcun articolo che autorizzi un presidente ad annullare elezioni e/o bloccare lo scrutinio delle schede.

E poco dopo l’Alta Corte del Malawi ha rigettato la decisione della presidente di voler invalidare le elezioni generali. Ma passa meno di un’ora che arriva la dichiarazione shock del presidente del MEC Mutharika: “ In alcuni seggi sono state consegnate più schede degli elettori iscritti”.

Il Malawi conta quindicimilioni di abitanti, è uno dei Paesi più poveri al mondo. Oltre metà della popolazione vive con 1,25 Dollari al giorno. L’incidenza del virus HIV/AIDS è molto elevata e l’aspettativa di vita è tra le più basse del pianeta: 49 anni per gli uomini, 51 per le donne. Chissà se il neo-presidente, chiunque esso sia, abbia la volontà e la capacità di prendersi cura della sua gente.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter: @cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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