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Scontri e brogli durante il voto presidenziale in Malawi

Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
22 maggio 2014
E’ la prima volta nella storia del Malawi che i sette milioni e mezzo  di cittadini aventi diritto al voto sono stati chiamati ad esprimere la loro preferenza  per le presidenziali, l’Assemblea nazionale e i governi locali in un unico giorno.  Quattro mila seggi elettorali sono stati istituiti in tutto il Paese. Tutto è stato programmato a puntino, poche cose hanno funzionato.

“Siamo venuti qui alle quattro del mattino; il seggio ha aperto solo alle nove e poi non c’era nemmeno l’inchiostro per votare”, racconta un giovane di Blantyre, la capitale commerciale del Malawi, ad un giornalista di Al Jazeera.  Malumori e rabbia un po’ ovunque per le lunghe attese, materiale che mancava perché non sufficiente o non era arrivato per nulla. Alcuni presidenti di seggio si sono improvvisati e al posto delle urne hanno utilizzato secchielli o buste di plastica.

Ci sono stati anche disordini, specie a Blantyre, dove in un seggio gli elettori hanno incendiato il materiale elettorale arrivato in ritardo. Sempre nella capitale commerciale la folla inferocita, per gli stessi motivi, ha sbarrato una strada con pietre e rocce; ci è voluto l’intervento dell’esercito e della polizia per riportare l’ordine e la calma. E anche al centro della città alcuni giovani hanno organizzato una manifestazione contro il governo.

Nei seggi dove le votazioni sono iniziate in ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, è stata posticipata la chiusura.

In un comunicato la presidente Joyce Banda ha evidenziato alcune gravi irregolarità:

–        Arresti di alcuni scrutatori per brogli elettorali

–        Persone che hanno votato tre volte

–        Alcuni candidati hanno ricevuto più voti degli elettori iscritti a votare

–        Schede elettorali bruciate o buttate via

–        Diversi dispositivi di comunicazione bloccati

–        Ha accusato un partito di cui non ha fatto il nome di hackeraggio e infiltrazione nel sistema di conteggio della Commissione elettorale del  Malawi (MEC)

“Ora il conteggio dovrà essere effettuato manualmente – ha dichiarato la signora Banda che ha anche richiamato il popolo alla calma e alla pacifica convivenza -. Ci vorranno due o tre giorni per avere i risultati definitivi”, ha aggiunto.

Il presidente del MEC, Maxon Mbendera ha negato infiltrazioni e hackeraggio, ma ha ammesso che la situazione è piuttosto imbarazzante per i diversi problemi logistici che si sono verificati e ha aggiunto che il sistema di conteggio sarebbe andato in crash. Ha poi aggiunto: “Siamo passati al piano “B”, vale a dire il conteggio sarà effettuato manualmente, per cui bisognerà pazientare alcuni giorni per avere i risultati definitivi”.

Nel pomeriggio dell’election day il viceministro ai governi locali, Godfrey Kamanya, è stato trovato morto in una stanza chiusa a chiave dall’intero. Si sarebbe suicidato sparandosi.  Il suo portavoce ha sostenuto che è impensabile che abbia compiuto il gesto tragico per motivi legati a queste elezioni.

Banda è presidente ma non è stata eletta. E’ subentrata al suo predecessore, Bingu wa Mutharika, scomparso prematuramente, di cui era vicepresidente. Inizialmente era molto benvoluta dalla gente, perché cercava di far luce sullo scandalo finanziario che ha travolto il Malawi l’anno scorso.

Ultimamente i suoi avversari l’hanno accusata di aver sottratto fondi statali per finanziare la sua campagna elettorale. Accuse che lei ritiene essere assolutamente infondate. I suoi contendenti sono ben undici, due dei quali le daranno certamente del filo da torcere: Peter Mutharika, fratello del presidente deceduto ed espressione del Democratic Progressiv Party (DPP), Lazarus Chakwera, leader del partito d’opposizione Malawi Congress Party (MCP), un ex-pastore evangelista, ritiratosi dal suo incarico spirituale per guidare il partito.

Joyce Banda ha cercato con tutti i mezzi di contrastare la corruzione che affligge il suo Paese. Vedremo chi prenderà in mano il timone. E’ certo che i problemi che dovrà affrontare il neo-eletto presidente, chiunque esso sia, sono molteplici. Oltre la corruzione, uno dei problemi primari è la salute della popolazione, dove l’incidenza dell’HIV/AIDS è tra le più elevate e l’aspettativa di vita tra le più basse del pianeta.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

 

 

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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