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Nigeria, non si arresta l’offensiva di Boko Haram, rapite altre ragazze

Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
7 maggio 2014
Domenica sera sono state rapite altre otto ragazzine, tra i dodici e i quindici anni,  a Warabe, nello Stato del Borno, Nigeria. Due camion con uomini armati sono entrati nel villaggio. Hanno preso le ragazze, ma anche cibo e animali. Mansur Liman, della BBC, specifica che le comunicazioni con quell’area sono assai difficili, ecco perché si è saputo solo ora di questo ennesimo rapimento. La popolazione è terrorizzata e anche i villaggi e cittadine della zona ora temono attacchi simili. Si pensa che anche questa volta siano stati militanti dei Boko Haram a portare via le giovani.

 Tutta la popolazione nigeriana si sente abbandonata, non protetta dal proprio governo, specie dopo il rapimento delle ragazze di Chibok, avvenuto il 14 aprile 2014, che ha sconvolto non solo la Nigeria, ma anche il mondo intero.

Goodluck Jonathan, il presidente dell’ex colonia britannica Nigeria, dopo questa terribile tragedia, ha parlato alla nazione solamente domenica, 5 maggio 2014. Durante una trasmissione televisiva ha detto: “Non so dove siano le ragazze, stiamo facendo il possibile per ritrovarle”.

Mercoledì, 30 aprile, c’è stata una manifestazione nella capitale, Abuja, davanti all’Assemblea Nazionale. Era indetta dalle mamme, dai genitori delle ragazze, dalla comunità di Chibok, per protestare contro il governo che, secondo loro, non avrebbe fatto tutto il possibile per trovare e liberare le studentesse. La partecipazione è stata numerosa. Le donne, in segno di protesta, erano tutte vestite di rosso.

Subito dopo la moglie del presidente Jonathan, Patience, ha indetto una riunione e ha inviato al palazzo presidenziale alcune delle mamme delle ragazze, che avrebbero dovuto venire da Chibok. L’incontro però non c’è stato, ed ha invece avuto un epilogo sconcertante. Poiché non ci sono collegamenti aerei per Chibok, la strada è lunga e per raggiungere la capitale sono necessari alcuni giorni di viaggio, i genitori delle ragazze avevano delegato due amiche del villaggio, residenti da tempo nella capitale Abuja.

Quando la signora Jonathan si è resa conto che le donne presenti non erano mamme delle ragazze rapite, si è infuriata e le ha fatte arrestare. La portavoce della Jonathan ha negato questo episodio, mentre Reuben Abati, portavoce del presidente, non è stato raggiungibile.

Pogo Bitrus, un membro di spicco della comunità di Chibok ha dichiarato all’Associated Press che la moglie del presidente non ha alcuna autorità per chiedere tali arresti. “Ha dimostrato poca sensibilità”, ha aggiunto.

L’agenzia di stampa americana ha ascoltato anche un altro membro della comunità di Chibok, Saratu Angus Ndirpaya, che ha riferito: “La signora Jonathan accusa le attiviste di gettare discredito sul governo”.

Domenica in Nigeria sono stati rapiti anche tre cittadini olandesi e due nigeriani. Il fatto è accaduto a Letugbene, tra il Delta del Niger e lo Stato di Bayelsa. Erano in compagnia di Sunny Ofehe, un cittadino nigeriano, ma residente in Olanda, attivista di  dell’organizzazione non governativa Hope for Niger Delta Campaign (HNDC) rapito anche lui, ma già liberato. I tre olandesi ancora in mano ai rapitori sono:  Erhard Leffers, proprietario di una tipografia in Olanda, la Gerrits & Leffers; Marianne Vos, una scrittrice che lavora per la stessa tipografia e  Jandries Groenendijk, un documentarista e Femi Soewu. Secondo le prime informazioni per la loro liberazione è stato richiesto un riscatto di diecimilioni di Euro. Il sequestro non è stato ancora rivendicato anche se tutti non hanno dubbi: si tratta dei Boko Haram.

Le cellule dei Boko Haram non si concedono soste. Lunedì era un’altra strage nella città di Gamboru Ngal , nello Stato del Borno, al confine con il Camerun. “Sono arrivati con dei mezzi blindati verso le 13.30, hanno distrutto il mercato, la stazione di polizia e la dogana e hanno dato fuoco a quasi tutti i negozi. Sono andati di porta in porta e hanno ammazzato le persone che non sono riuscite a fuggire. Si sono impadroniti di tutta la città. La gente è fuggita nel vicino Camerun”, ha dichiarato Musa Abba, un abitante della cittadina all’Agence France Presse.

Ormai la violenza, il dolore, la morte fanno parte della vita quotidiana in Nigeria. Il paese sta esplodendo e domani comincia ad Abuja il world Economic Forum for Africa. Sono attesti molti leader africani. Ospite d’onore il presidente cinese Li Keqinag.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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