Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
19 aprile 2014
Il micidiale virus ebola, il cui epicentro è la Guinea, miete ancora vittime. L’organizzazione mondiale per la sanità (OMS) pubblica regolarmente i suoi bollettini di monitoraggio. I suoi collaboratori sono presenti nei Paesi colpiti, collaborando e supportando logisticamente i Paesi che devono affrontare questa terribile battaglia.
Nella sola Guinea sono decedute finora centoventidue persone. Uno staff clinico dell’OMS, del GOARN (acronimo inglese per Global outbreak alert and response network) e un team di Medici senza frontiere (MSF) sono presenti sul territorio. Collaborano con i sanitari locali, organizzano corsi specialistici per la cura e la prevenzione dell’ebola per il personale medico e paramedico della Guinea
Nel Mali non risultano decessi causati dal virus. Le sei persone sospette di averlo contratto, sono poi risultate negative al test, effettuato non solamente da laboratori locali, ma anche dall’Istituto Pasteur di Dakar, in Senegal
Il Ministero della Sanità della Liberia comunica che, dopo aver contratto il virus, sono morte tredici persone.
L’OMS non sconsiglia di recarsi nei Paesi dove si sono riscontrati casi di ebola, tanto meno ha emesso restrizioni per quanto riguarda gli scambi commerciali con tali Stati.
Dunque è infondato l’allarme lanciato qualche giorno fa, che l’ebola sia arrivato a Lampedusa tramite i profughi, avvallato da un comunicato del nostro ministero alla Sanità.
Di ebola si muore, la mortalità è altissima, può arrivare al novanta percento secondo alcuni esperti, ma si può anche sopravvivere al letale virus.
Non c’è cura per l’ebola. Non esiste alcun vaccino. Il paziente va seguito accuratamente in un reparto di cure intensive e isolamento. Deve essere ben idratato sia per via orale che endovenosa e deve essere trattato sia con farmaci “sintomatici” che attraverso l’utilizzo di eventuali antibiotici per prevenire potenziali sovra infezioni. E’ importante che il paziente si presenti in ospedale non appena appaiono i primi sintomi. Non sempre è facile decidere di farlo. Spesso si ha vergogna, paura di essere additati dai vicini di casa, che sono, come tutti del resto, terrorizzati da tale malattia. Vincere la paura da una possibilità in più per poter sopravvivere all’ebola.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes
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