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Congo-K, attentato a Emmanuel De Merode In fin di vita il principe belga difensore dei gorilla

Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 15 aprile 2014
Emmanuel De Merode, famoso paleontologo, conservazionista, impegnato nella difesa delle specie in via d’estinzione, direttore del Parco di Virunga (uno dei più belli e ricchi del mondo e patria dei gorilla di montagna) nella Repubblica Democrtica del Congo, ha subito un attentato alle 5 di questo pomeriggio a Goma. Le notizie sono ancora frammentarie, ma un commando armato gli si è avvicinato e l’ha mitragliato.

Colpito all’adome da quattro pallottole è stato immediatamente ricoverato all’ospedale di Heal Africa. Nella capitale del Nord Kivu. Le sue condizioni sono gravi, ma fortunatamente stabili. Domani mattina De Merode sarà trasportato con un aereo ambulanza a Nairobi dove gli ospedali sono molto più attrezzati.

Emmanuel De Merode è l’erede di una delle più famose famiglie del Belgo. Entrambi i genitori possono fregiarsi del titolo di principe, il padre Charles Guillaume, principe di Merode, e la madre Princess Hedwige de Ligne, sorella di Charles-Antoine, principe de Ligne de la Trémoille, sono infatti tre le casate più blasonate e influenti del regno.

Nato nel 1970 Emmanuel, antropologo, conservazionista e pilota, si è dedicato a combattere il bracconaggio e la caccia agli animali selvatici in una dei luoghi più belli e selvaggi del pianeta ma che più pericolosi per la guerra che imperversa, senza soluzione di continuità, praticamente dall’indipendenza del Congo, nel 1960.

Da piccolo – suole raccontare – sognava di fare il ranger, da grande la sua attività primaria è quella di dare sostegno ai ranger che tentano di tenere lontana la guerra dalle montagne dove, tra l’altrto, vivono i gorilla. Questa sua passione è condivisa con la moglie Louise, figlia di Richard Leakey il più importante conservazionista keniota di origini inglesi.

Emmanuel De Merode vive con la moglie e le due figlie a Rumangabo, dove c’è il quartier generale del Parco del Virunga, il più antico, tra l’altro di tutta l’Africa.

Qualche anno fa l’ho incontrato a Goma subito dopo che aveva raggiunto un accordo tra il governo e il capo ribelle Laurent Nkunda per permettere ai suoi ranger di rientrare e muoversi nelle zone controllate dai guerriglieri. Aveva chiesto e ottenuto che i belligeranti non sparassero e ammazzassero gli animali, gorilla, elefanti, okapi e scimpanzé.

Coraggioso e libero il giovane De Merone, non guarda in faccia nessuno. Ultimamente ha cominciato una campagna durissima contro le compagnie petrolifere che hanno lanciato prospezioni nell’area del Virunga e presto intendono passare allo sfruttamento. Una iattura per le specie animali e vegetali. Per questo si era attirato ancora di più – se mai ce ne fosse bisogno – antipatie e avversioni. Ma l’odio più grande – per altro reciproco – era sentito dai bracconieri, ai quali con la sua politica di non toccare le specie in estinzione, aveva tolto il business.

La sua storia ricorda quella di Diane Fossey, zoologa e studiosa dei gorilla di montagna nel parco dei Vulcani, praticamente la continuazione di quello del Virunga, in Ruanda. Diane ha vissuto 18 anni con i primati studiandoli e diventandone amica. Anche lei dava fastidio a bracconieri e businessman: infatti il 26 dicembre 1985 qualcuno vigliaccamente l’ha assassinata.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @maberizzi

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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