Centrafrica, Appello alla pace di Ban-Ki Moon: “Rischio genocidio come in Ruanda”

Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
7 aprile 2014
Visita lampo a “sorpresa” del segretario generale dell’ONU Ban-Ki Moon a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, sabato 5 aprile 2014, dove ha incontrato la presidente del governo di transizione Catherine Samba Panza e rappresentanti degli sfollati. “La crisi del Paese – ha sottolineato  Ban – è terribile, c’è il rischio di un genocidio, come è avvenuto vent’anni fa in Ruanda. Allora la comunità internazionale ha fallito totalmente e qui c’è il rischio di fallire di nuovo. Non faremo mai abbastanza per voi”, ha concluso il segretario generale, rivolgendosi alla popolazione.

La crisi del CAR è iniziata nel dicembre del 2012 e da allora è in atto una pulizia etnica-religiosa senza tregua. Musulmani (Seleka) contro cristiani (anti-balaka), anche se la maggior parte dei musulmani residenti è ora fuggita.

Migliaia di morti. Duemilioniduecentomila persone (quasi la metà dell’intera popolazione del Paese) necessità di aiuti umanitari, oltre seicentocinquantamila sono sfollati e quasi trecentomila sono rifugiati nei paesi confinanti. Ed è proprio di oggi l’appello della FAO: “La crisi nella Repubblica centrafricana ha delle conseguenza devastanti per il sostentamento. Bisogna inviare al più presto aiuti alimentari per affrontare una situazione allarmante e complessa”.

“Ricordatevi – ha esortato Ban-ki moon la popolazione – il destino della Repubblica Centrafricana è nelle vostre mani. Il futuro è lì, vi attende. Non c’è più alcuna sicurezza. Il caos è totale. Sappiate però che non siete soli: la sicurezza deve essere al centro del percorso di riconciliazione”.

Poi, rivolgendosi alla comunità internazionale, ha esortato: “Il mondo intero si gira dall’altra parte. Bisogna fare di più per la Repubblica Centrafricana e bisogna farlo ora. La popolazione non deve essere più lasciata nelle condizioni di scegliere tra morire o scappare perché è stata lasciata sola. Il Consiglio di Sicurezza sta per approvare l’invio una nuova forza di pace”.  Subito dopo le agenzie di stampa hanno battuto la seguente notizia: “L’ONU intende approvare l’invio di 12 mila caschi blu in Centrafrica”, a sostegno delle forze già presenti: duemila militari francesi (operazione Sangria) e quelli del MISCA (acronimo francese per Mission internationale de soutien à la Centrafrique).

Le truppe del Ciad, che facevano parte del MISCA sono state escluse proprio qualche giorno fa, perché accusate di aver usato la popolazione come scudo umano. E’ stato accertato che a causa loro sono morte trenta persone e seriamente ferite altre trecento in un sobborgo di Bangui.

Anche oggi nel Paese ci sono state varie sparatorie: a Boua importante centro sull’asse strategico che collega Bangui al Camerun. E’ stato necessario l’intervento delle truppe francesi. Per ora gli appelli di pace di Ban-Ki Moon sono caduti nel vuoto.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmali.it
twitter co@toelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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