Cornelia I. Toelgyes
21 marzo 2014
Anche Melilla e Ceuta sono diventate mete per i migranti. Una sorta di porta laterale per entrare in Europa. Sono due enclave spagnole in territorio marocchino. Ovviamente Madrid non apprezza questi ”assalti”, non li ha mai graditi ed è per questa ragione che a Ceuta è stata costruita una barriera lunga 9 chilometri, mentre quella a Mililla è di dodici Si dice che siano costate trenta milioni di euro, totalmente finanziati dall’Unione Europea e naturalmente approvati dall’agenzia FRONTEX.
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A causa di queste barriere, molti migranti hanno trovato la morte negli ultimi anni. Poco più di un mese fa un episodio raccapricciante: la polizia ha usato proiettili di gomma per impedir loro di arrampicarsi e di scavalcare la recinzione. Quindici di essi sono annegati, cadendo in mare. Per la prima volta il ministro degli Interni spagnolo, Jorge Fernandez Diaz, ha ammesso l’uso improprio di questi proiettili. Forse Madrid si è sentita messa alle strette dalle dichiarazioni del commissario dell’Unione Europea. Cecilia Malstroem, che dopo l’ultimo episodio aveva minacciato ripercussioni.
E ancora martedì mattina un altro “assalto” alla recinzione, verso le otto, mentre una fitta nebbia ricopriva tutta la zona, quasi cinquecento giovani, provenienti per lo più da Mali, Camerun e Costa d’Avorio, hanno toccato l’Europa esultando: “Evviva”. Poi si sono recati nel centro di accoglienza per l’identificazione. Nel centro ci sono ora milleottocento persone, più del triplo della capienza per cui è stato progettato. Mercoledì mattina il governo spagnolo ha immediatamente inviato centoventi poliziotti in sostegno a quelli già presenti nell’enclave.
Durate il summit dell’Unione Europea in corso a Bruxelles, al quale partecipano i capi di stato e di governo degli Stati membri, dovrebbero essere definite le nuove linee guida in materia di libertà, sicurezza e giustizia. Una domanda sorge spontanea: proteggeranno le frontiere o le persone?
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmaill.it
twitter @cotoelgyes
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