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Dopo la legge contro gli omosessuali, la comunità internazionale sospende gli aiuti all’Uganda

Massimo A. Alberizzi
28 febbraio 2014
Il mondo occidentale ha deciso: non si può donare denaro a un Paese che poi lo può usare per discriminare gli omosessuali. Così l’Uganda, dopo l’approvazione della legge che punisce l’omosessualità e gli omosessuali, è diventato intoccabile. Niente più soldi e sospesi i programmi di sviluppo e gli investimenti. Le lobby per la difesa dei diritti civili, per altro avevano avvisato: faremo una dura campagna perché l’Uganda sia boicottata.

La legge, in vigore da lunedì scorso, prevede persino l’ergastolo per gli omosessuali impenitenti e pene detentive per chi propaganda l’omosessualità, cioè gli attivisti che intendono tutelare i diritti civili.

Così dopo gli ammonimenti del presidente americano Barak Obama e del segretario di Stato John Kerry che, dopo aver definito “atroce” il provvedimento  aveva messo in guardia il presidente ugandese Yoweri Museveni dal promulgare la legge, arriva la decisione della World Bank di sospendere un prestito di 90 milioni di dollari destinati a rafforzare i servizi sanitari della nazione africana.

“Non vogliamo che quei soldi vengano utilizzati per implementare la nuova legge”, ha dichiarato un funzionario dell’organizzazione.

La nuova legge omofoba è stata pesantemente criticata anche dall’arcivescovo anglicano del Sud Africa  e premio Nobel Desmond Tutu che l’ha paragonata alle leggi razziali varate in Germania durante il nazismo e all’apartheid nel suo Paese.

Sui temi della sessualità l’Uganda è assai conservatrice. Nella battaglia contro l’AIDS il governo aveva lanciato una pesante e convincente campagna per l’uso del preservativo per contenere la malattia. I risultati erano stati ottimi. Poi c’erano state le proteste di gruppi cristiani integralisti (finanziati dall’amministrazione di George W. Bush) che predicavano la fedeltà, la campagna era stata sospesa e i progressi contro il male erano stati vanificati. Forse è stata salvata l’anima, ma il corpo è stato devastato.

Uno degli attivisti gay più conosciuti in Uganda, Frank Mugisha, giovedì è stato ricevuto a Washington al Dipartimento di Stato, dove ha incontrato Linda Thomas-Greenfield alto funzionario del dipartimento Africa. Le ha chiesto auto per proteggere la comunità gay.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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