Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 14 gennaio 2014
La fuga dalla guerra si è tramutata in tragedia per oltre trecento civili, molti donne e bamini, che sono scappati da Malakal, nel Sud Sudan, sconvolta dalla guerra tra l’esercito governativo del presidente Salva Kiir Mayardit e i miliziano del ex vicepresidente ribelle Riek Machar Tendy. Sono annegati quando il battello su cui viaggiavano si è rovesciato nelle acque del Nilo.
Malakal, capitale dello Stato dell’Upper Nile, in questi giorni è il teatro di una lotta furibonda tra le due fazioni. Dall’inizio del conflitto è passata di mano più volte. La popolazione è già fuggita e gli ultimi avevano lasciato le loro case e i loro beni domenica. Ma non sono riusciti a raggiungere la salvezza. Il Nilo in quella zona è piano di coccodrilli. Secondo lo stringer di Africa ExPress a Juba, non è impossibile che molti di quelli che sono caduti in acqua siano stati attaccati dai rettili. Il battello su cui scappavano era stracarico di gente in fuga. La capienza massima era stata largamente superata.
La guerra continua in Sud Sudan nonostante gli sforzi internazionali per ottenere un accordo di cessate il fuoco tra le parti. I colloqui di pace continuano ad Addis Ababa ma senza grandi passi avanti. Le posizioni per firmare una tregua sono abbastanza lontane. Il ribelle Riek Machar chiede la liberazione dei prigionieri che sono stati arrestati subito dopo la denuncia da parte dei Salva Kiir di un tentativo di colpo di Stato, il 15 dicembre.
L’ONU ha denunciato che almeno 350 mila persone sono scappate dalle loro case e i morti finora sono un migliaio.
Massimo A. Alberizzi
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