Sulle tracce dei trafficanti di uomini

IRIN
Johannesburg, 7 gennaio 2014
Quando si scoprono cadaveri di migranti nel deserto o mentre galleggiano nel mare o in container privi di aria, l’opinione pubblica richiama spesso l’attenzione sui trafficanti di uomini. Sono loro da perseguire, la loro atroce, disumana attività. In seguito alla morte di oltre 300 migranti, annegati mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo, il ministro italiano per l’integrazione, Cecile Kyenge, ha dichiarato: ”Dietro queste tragedie ci sono i trafficanti di uomini, che si arricchiscono alle spalle della povera gente in fuga dalle guerre e dalla fame.” E’ dunque indispensabile aumentare i pattugliamenti per perseguire e catturare i trafficanti”.

Dichiarazioni come quelli della Kyenge fanno capire che “trafficanti di uomini” e “contrabbandieri di persone” sono praticamente sinonimi; sia il primo che il secondo termine possono essere usati per descrivere l’ombroso traffico criminale che miete vittime tra la gente disperata ed innocente. I pochi ricercatori che studiano il fenomeno del traffico del contrabbando di migranti dicono che la verità è spesso meno cattiva e più complessa di quanto si pensi.

Per chiarire: i contrabbandieri, a differenza dei trafficanti, offrono un servizio per il quale i migranti pagano volentieri. La definizione data per “contrabbando “ dal protocollo dei migranti, parte integrante della convenzione ONU contro il crimine organizzato transnazionale, riporta che questo servizio include la volontà di aiutare qualcuno ad entrare illegalmente in un altro paese in cambio di denaro o altri benefici materiali.

La domanda per tali servizi è aumentata negli ultimi 10-15 anni, da quando gli Stati in tutto il mondo hanno rafforzato il controllo delle loro frontiere e ciò rende più difficile agli aspiranti migranti e richiedenti asilo ad entrare legalmente nei vari paesi.

In una dichiarazione rilasciata in occasione della giornata internazionale del migrante (18 dicembre scorso), l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM) ha evidenziato che un più rigido controllo delle frontiere è direttamente proporzionale all’aumento del contrabbando di persone, contrabbando che rappresenta un giro d’affari di 35 miliardi di dollari l’anno.

Niente in confronto se si pensa che almeno 2.360 sono morte cercando di attraversare clandestinamente i confini nel solo 2013, la peggiore performance in assoluto per numero di morti degli ultimi anni. Lo IOM ha asserito che se la comunità internazionale non presterà più attenzione a ciò che causa l’immigrazione irregolare, altre vite sono in pericolo, altri moriranno per mano dei contrabbandieri e trafficanti di uomini.

CONTRABBANDIERI COME PROTETTORI?
L’antropologa sociale e culturale Gabriella Sanchez ha effettuato uno studio in vari paesi sul contrabbando di migranti. Ccoloro che si rivolgono ai contrabbandieri – sostiene – corrono più rischi. “Molti di quelli che muoiono cercando di attraversare i confini, non perdono la vita per la violenza, ma per la furia degli elementi“ ha dichiarato ad IRIN al telefono dell’osservatorio sull’attraversamento delle frontiere, un centro di ricerca dell’università di Monash, Melbourne, Australia.

Aggiunge che i migranti considerano i contrabbandieri una sorta di protettori, che sono in grado di aumentare la possibilità di attraversare una frontiera. “Certamente, ci può essere un certo incognita, ma la gente sa calcolare i propri rischi. Migranti o rifugiati non sono ignoranti o semplici creduloni.”

Il livello di rischio ai quali i migranti sono esposti dipende spesso da quanto denaro possono spendere. Coloro che possono comprarsi un biglietto d’aereo, pagano per falsi visti, passaporti e bustarelle per i funzionari di dogana e dell’immigrazione, Possono raggiungere la loro destinazione più facilmente e con molto meno rischi. I migranti che usano i più lunghi tragitti via terra e mare , viaggiando con diversi contrabbandieri che forse sono o non sono in contatto tra loro (un funzionario dell’ufficio dell’ONU per droghe e crimine (UNODC) descrive come pacchetto “pay-as-you-go”, cioè paga man mano che consumi, sono coloro che corrono il più alto rischio di essere bloccati o di subire violenze.

PIÙ ABUSI DA PARTE DEI CONTRABBANDIERI
Le rotte dall’Ovest e Est Africa verso l’Europa e dal Corno d’Africa al Medio Oriente, con le pericolosa traversate del mare e del deserto, sono diventate molto più pericolose negli ultimi anni. I contrabbandieri chiedono sempre più soldi rispetto alla somma pattuita, spesso tenendo i migranti prigionieri durante il viaggio o, una volta arrivati a destinazione, obbligandoli a chiamare i parenti per ricevere altro denaro e questo spesso mentre le loro vittime sono torturate. Rapporti di tali abusi che offuscano il confine tra contrabbando e traffico di persone ,sono emersi dal Sudan, Yemen, Sinai e Libia.

“Ciò che sta succedendo è senza precedenti – spiega Yitina Getachew, una specialista in tematiche regionali che lavora per IOM, ufficio per Est e Sud Africa a Pretoria -, Fino a poco tempo fa i contrabbandieri non hanno mai abusato dei migranti. E’ un business, un commercio e hanno la reputazione di vederlo così”.

Christopher Horwood, coordinatore regionale del Segretariato della migrazione mista (RMMS), ha pubblicato un rapporto nel giugno 2013 sui migranti contrabbandati tra il Corno d’Africa e lo Yemen. Horwood ipotizza che il gran numero di migranti provenienti dall’Eritrea e dall’Etiopia ha fatto aumentare la domanda dei servizi dei contrabbandieri e così anche la tentazione di estorcere somme di denaro sempre più elevate. “Nel caso di eritrei ed etiopi, le somme sono così alte da diventare irraggiungibili”, ha detto all’ IRIN.

Raramente i migranti che hanno subito abusi ne parlano apertamente, specialmente se hanno raggiunto la destinazione sperata e se cercano di regolarizzare la loro posizione con le autorità competenti. La mancanza di segnalazioni formali e denunce da parte dei migranti rende difficile perseguire i contrabbandieri e trafficanti, figuriamoci identificarli.

“A differenza del traffico di esseri umani, il contrabbando non è fatto da professionisti, ma da persone che svolgono anche un altro lavoro. Non sono veri criminali, ma semplicemente persone che vogliono guadagnare qualcosa in più,” riferisce Khalid Koser, vice direttore del Centro di Ginevra per politiche di sicurezza, che ha svolto ampie ricerche nel contrabbando di migranti.

“Non si può tracciare il vero profilo del contrabbandiere” dice Sanchez. “I contrabbandieri intervistati in Arizona (vicino al confine con il Messico) erano adolescenti che guidavano i migranti attraverso il deserto. Puoi trovare una donna single, madre di tre bambini che ospita li durante la notte, oppure nonne che danno loro da mangiare. “A volte i migranti aiutano spesso nella preparazione di pasti in case sicure, guidano un battello, o un’automobile, in cambio di una riduzione del pagamento pattuito. Una pratica emersa quando ci sono stati arresti per contrabbando.

Secondo Sanchez i migranti che affrontano il viaggio “senza protezione di contrabbandieri” sono quelli più esposti alla violenza: “Molti viaggiano con contrabbandieri che conoscono o ai quali sono stati raccomandati da terzi.”.

Comunque sia, nelle rotte “pay-as-you-go, come quella dall’Eritrea verso Israele o dalla Somalia verso il Sud Africa, i migranti conoscono generalmente solamente il contrabbandiere che li accompagna durante la prima parte del viaggio. Poi viaggiano da soli per la seconda parte del tragitto oppure passano ad un altro contrabbandiere e Horwood descrive questo come “catene informali” o “larghe alleanze”, che lo differenzia dalla più organizzata rete del traffico di esseri umani.

OSTACOLI PER PERSEGUIRE
Anche nelle rotte più pericolose è poco chiaro quali tipi di abusi vengano fatti dai contrabbandieri. “La maggior parte delle storie che si sentono vengono raccontate da coloro che hanno fatto una cattiva esperienza con il contrabbandiere. Non troverete in giro le storie andate a buon fine”, dice Sanchez, ribadendo che la maggior parte dei migranti non riportano esperienze di violenza da parte dei contrabbandieri.

MIGRANTI CRIMINALIZZATI
“Definire la figura del contrabbandiere è abbastanza problematico. Pensiamo che il contrabbando sia diventato più organizzato e strutturato, ma abbiamo visto come il rischio viene trasferito consapevolmente sui migranti e rifugiati”, spiega la signora Sanchez. Molti di coloro che vengono perseguitati per contrabbando sono migranti essi stessi.

Anche quei Paesi che sono firmatari del protocollo sul contrabbando non hanno una legislazione specifica per il contrabbando di persone. Samantha Mundeta, un consulente legale regionale per UNODC Sud Africa, ha specificato che la maggior parte dei Paesi nella sua regione, nonostante abbiano leggi sull’immigrazione, hanno la tendenza di non andare fino in fondo al crimine (il contrabbando) e alle persone che continuano a perseverare nel commetterlo (i contrabbandieri). Molto spesso, invece, vengono criminalizzati i migranti stessi.

“Non c’è’ alcuna volontà di andare contro i contrabbandieri, ci si concentra solamente sull’entrata irregolare dei migranti”, dice Getachew dell’IOM, e conferma che la mancanze di capacità e volontà di promulgare leggi locali che rinforzerebbero le autorità competenti ostacolano pure gli sforzi investigativi per contrastare il contrabbando di persone.

UNDOC ha messo a punto in Asia un sistema di relazioni subregionali che permette ai paesi della regione di raccogliere e condividere i dati relativi al trend e alle reti di contrabbando . “In Africa, sia orientale sia meridionale, questo sistema non esiste ed il coordinamento funziona male”, sostiene Mundeta. Per altro nei Paesi dell’Africa occidentale dove esiste un protocollo di libertà di movimento che permette alle persone che vivono negli stati membri di spostarsi e di viaggiare senza visto, c’è poca richiesta di contrabbandieri: “Il contrabbando non può operare senza restrizioni”, è il pensiero di Hoewood.

Il ruolo della corruzione nel facilitare quasi ogni stadio di un’operazione di contrabbando presenta un altro grande ostacolo. In un documento pubblicato recentemente dall’UNDOC , gli autori evidenziano come il contrabbando di migranti non può verificarsi su larga scala – come invece succede spesso – senza collusione di impiegati corrotti e criminali.

“I contrabbandieri sulla loro strada sono spesso capaci di corrompere tutti senza problemi e la relazione che esiste tra corruzione e pene leggere (tra l’altro solo per un ristretto numero di contrabbandieri che vengono acciuffati) ha fatto sì che questa attività diventasse molto interessante”, commenta Horwood.

MOBILITÀ AUTORIZZATA
Alcuni ricercatori IRIN dicono che bisogna effettuare meno controlli ai confini e non aumentarli. “I paesi tendono di focalizzarsi sulla sicurezza dei confini, ma ciò non sembra funzionare” spiega Koser. Più è restrittiva la politica dell’immigrazione, insomma, più aumenta l’immigrazione illegale.

“Dobbiamo prestare attenzione ai visti e ai passaporti, in questo modo non dobbiamo più concentrarci sulla criminalizzazione o altri deterrenti – sostiene Sanchez -. Dobbiamo trovare dei meccanismi che facilitino la mobilità”

Tuttavia, è poco probabile che tutto ciò avvenga in un prossimo futuro, considerando che la sensibilità politica va in un’altra direzione, con dibattiti in tutto il mondo sull’immigrazione irregolare. Finché l’opinione pubblica è anti-immigrazione, i governi continueranno a far sì che i migranti possano entrare nei loro paesi in modo legale, facendo così aumentare la domanda di contrabbandieri.

Questo rapporto è stato stilato dall’IRIN, notizie umanitarie dell’ONU, ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari, OCHA

Traduzione di Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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