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Passa in Uganda la legge anti gay ispirata dagli integralisti cristiani: prevede l’ergastolo

Massimo A. Alberizzi
22 dicembre 2013
Francamente sarebbe stato difficile pensare che in Uganda avrebbe vinto l’intolleranza. Invece la promessa della speaker del parlamento, Rebecca Kadaga, che aveva solennemente assicurato: “La legge sarà il regalo dio Natale” è stata mantenuta. I deputati hanno detto sì a draconiane norme anti gay. Il primo ministro ugandese, Amama Mbabazi, si è opposto al voto sostenendo che in aula, non c’era il numero legale.

La nuova normativa, che prevede in certi casi persino l’ergastolo e punisce anche chi viene a conoscenza di comportamenti omosessuali e non li denuncia, è una vittoria degli integralisti cristiani, che in Uganda sono molto forti, fanno un lavoro di lobby assai pesante e negli anni scorsi avevano già tentato, senza successo, di far passare una legge per punire l’omossessualità: prevedeva addirittura la pena di morte. Rebecca Kadaga è una devota cattolica e qualche anno fa è stata ricevuta in Vaticano da papa Ratzinger.

Il Paese che aveva ridotto l’infezione di HIV/AIDS grazie all’uso massiccio di preservativi, è ritornato a aumentare il numero dei contagi, dopo che gli evangelici (arrivati in massa durante la presidenza di George Bush jr.) hanno imposto che la campagna anti AIDS si giocasse sulla propaganda della fedeltà di coppia e sulla castità e non sull’uso del condom.

In Uganda c’è chi dice che gli integralisti cristiani abbiano addirittura comprato il voto dei deputati, “per evitare – a detta loro – che il Paese scivoli nell’immoralità e nella lussuria”.

La legge antigay arriva dopo che nei giorni scorsi il parlamento aveva approvato nuove norme che vietano di indossare la minigonna e “abiti indecenti”. Sembra che in Uganda si sia tornali ai tempi austeri della regina Vittoria, e delle leggi piuttosto rigide sui comportamenti sessuali.

Gli attivisti gay ugandesi sono insorti contro una legge che era giù stata bloccata più volte: “Speriamo che papa Francesco intervenga contro questo obbrobrio – ha spiegato al telefono ad Africa ExPress un militante gay che per ragioni comprensibili vuole restare anonimo -. Qui anche molti cattolici sono schierati a favore di questa legge liberticida”. Ora le nuove norme dovranno essere promulgate dal presidente Yoweri Museveni, anche lui sotto pesanti pressioni dei cristiani integralisti.

Risolutiva sarà la telefonata che Museveni prevedibilmente riceverà dal presidente americano Barak Obama, il quale nel suo viaggio in Africa qualche mese fa, aveva definito “odiose” le legislazioni anti gay e ammonito i leader africani ad essere tolleranti con gli omosessuali e a non negar loro quei diritti diventati tali in tutto il mondo occidentale.

Se la legge verrà promulgata c’è il rischio che all’Uganda vengano tolti gli aiuti europei e americani.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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