Massimo A. Alberizzi
16 dicembre 2013
Colpo di stato fallito in Sud Sudan. L’ha annunciato in televisione il presidente Salva Kiir Mayardit secondo cui soldati leali all’ex vicepresidente, Riek Machar, defenestrato in luglio, hanno attaccato una caserma dei lealisti nella capitale Juba.
Nonostante le dichiarazioni di Salva Kiir, secondo cui dopo alcune violente sparatorie nella capitale sud sudanese tutto è tornato alla normalità, residenti contattati da Africa ExPress, hanno confermato che in serata si sparava ancora. Tre civili sarebbero stati uccisi e alcuni altri feriti. Lo stesso Rieck Machar, secondo il network Al Jazeera, sarebbe stato arrestato. Quest’ultima notizia non stata smentita dal suo portavoce e nessuno l’ha confermata a Africa ExPress. Non si sa bene, comunque, dove sia. Le manette invece sono scattate ai polsi dell’ex ministro degli interni Gier Chuang Aluong.
L’aeroporto di Juba è chiuso e in città è stato imposto il coprifuoco. La televisione di Stato per alcune ora ha smesso di trasmettere. Quando ha ricominciato a funzionare ha mandato in onda la conferenza stampa di Riek Machar.
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Le sparatorie hanno provocato un’ondata di profughi che si sono riversate davanti ai cancelli del compound delle Nazioni Unite chiedendo di entrare.
Salva Kiir ha raccontato che gli scontri sono cominciati quando “un gruppo di militari in uniforme ha attaccato il quartier generale dell’esercito, vicino all’università. mentre si stava tenendo un meeting del SPLA” (Sudan People’s Liberation Army)”.
Senza mezzi termini il presidente ha accusato il suo ex vice di aver organizzato il tentativo di colpo di Stato. “Non permetterò né tollererò questo tipo di azioni – ha dichiarato Salva Kiir – . Sono atti criminali che minano la nostra nazione, Li condanno nei termini più duri possibile. L’SPLA non permetterà che il potere sia trasferito con la forza”.
Il ministro degli esteri Barnaba Marial Benjamin ha dichiarato all’ Associated Press che alcuni politici sono stati arrestati.
Il Sud Sudan si è staccato dal Sudan l’11 luglio del 2011 giorno in cui è diventato indipendente dopo una Guerra durata oltre trent’anni. Ma è nem lontanp dall’essere omogeneo. La tensione tra i vari gruppi etnici è diventata più alta quando nel luglio scorso Salva Kiir ha licenziato il governo, compreso il vicepresidente Riek Machar.
Il presidente, che è di etnia dinka, è accusato di voler trasformare il suo Paese in una dittatura e comunque di favorire i membri del suo gruppo. E non sono solo i leader politici delle altre tribù a pensarla così. Riek Machar che dopo essere stato allontanato dalla vicepresidente guida una fazione dissidente del SPLA, ed è appoggiato da altri dinka tra cui Rebecca Garang, la vedova dell’eroe della guerra di indipendenza John Garang, e Deng Alor e inoltre dagli shilluk di Pagan Amun.
Massimo A. Alberizzi
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