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A Dar Es Salaam parlamentari di Africa, Europa, Asia e Medio Oriente parlano di energia rinnovabile: una sfida a povertà, sviluppo e salvaguardia del clima

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Cornelia I. Tolgyes
13 dicembre 2013
Il britannico Graham Watson, presidente del “Parlamento del clima”, una rete internazionale di legislatori con il compito di controllare i cambiamenti climatici, sostiene che l’energia rinnovabile è una soluzione chiave per tutti quei cittadini che vivono in zone disagiate o povere, riduce, inoltre, enormemente l’emissione di anidride carbonica, mitigando così i cambiamenti climatici, ed infine incrementa la sicurezza energetica di una nazione.

In Bangladesh un tale progetto è andato a buon fine in soli tre anni, cofinanziato dalla Banca Mondiale: 2,5 milioni di case sono ora provviste di pannelli solari.

La conferenza di Dar Es Salaam è stata organizzata dal “Parlamento del clima” (di cui Graham è il presidente) dall’UNDP (United Nations Development Programme, il programma di sviluppo dell’ONU) e si parlerà, appunto, di energia alternativa rinnovabile, per combattere povertà, sostenere la crescita economica e dare contemporaneamente un taglio importante all’emissione di CO2.

L’energia rinnovabile può essere utilizzata ovunque dove le linee tradizionali di corrente elettrica non possono arrivare, o/e dove quella esistente non è sufficiente o/e non più affidabile, come nelle grandi periferie delle città, negli insediamenti rurali e in regioni dove motivi politici o altri ostacoli ne impediscono l’espansione.

L’energia rinnovabile è in grado di portare luce, produrre calore ed energia nelle aree descritte sopra, con una più semplice e facile realizzazione di quella tradizionale e con minor emissione di carbonio di un generatore diesel.

“Milioni di persone al mondo non hanno ancora accesso ai moderni servizi che richiedono energia elettrica e, senza ombra di dubbio, migliorerebbero con questo progetto le loro condizioni di vita – spiega Mandisa Mashologu – vicedirettore per la Tanzania per il programma di sviluppo dell’ONU. Portare energia elettrica tradizionale in tutte le case è spesso non facile e/o economicamente non sostenibile, per distanza e/o difficoltà nel raggiungere zone povere e disagiate, mentre progetti di energia rinnovabile potrebbero portare elettricità ovunque ad un costo ben più accessibile”.

L’accesso ad energia pulita potrebbe così trasformare la vita di 1,2 bilioni di persone che vivono nelle zone meno industrializzate del pianeta. Bambini e giovani potrebbero usufruire di luce per studiare, le donne non dovranno più affrontare lunghi tragitti a piedi per procurarsi il gasolio per i generatori, i centri medici rurali potranno finalmente approvvigionarsi di quei medicinali salvavita che necessitano essere conservati in frigoriferi e gli imprenditori locali potrebbero equipaggiarsi di quel materiale elettrico necessario per incrementare il commercio, dando un nuovo imput all’economia del luogo e creando contemporaneamente nuovi posti di lavoro.

Alla conferenza di Dar Es Salaam parteciperanno parlamentari del Bangladesh, Congo Brazaville, India, Giordania, Senegal, Sri Lanka, Marocco, Tanzania e Tunisia. Si cercheranno di studiare le leggi da promulgare per dare assistenza tecnica, regolamentare e soddisfare /consigliare richieste di finanziamento riguardanti lo sviluppo di energia rinnovabile.

La conferenza è parte del progetto globale, finalizzato ad aiutare i parlamentari di paesi meno industrializzati a combattere i cambiamenti climatici e cercare a sradicare la povertà, finanziato con  3,1 milioni di euro.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

Nella foto in alto Graham Watson

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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