7 dicembre 2013
La morte di Nelson Mandela non è una perdita solo per il Sudafrica. Lo è per tutte le persone che in ogni parte del mondo stanno lottando per la libertà, la giustizia e la fine della discriminazione. “Nelson Mandela è stato un leader mondiale che ha rifiutato di accettare l’ingiustizia. Il suo coraggio ha contribuito a cambiare il mondo intero. La sua perdita lascia un vuoto immenso, non solo in Sudafrica ma in tutto il mondo”, ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International. “Il suo impegno per i diritti umani è stato riflesso nella sua instancabile determinazione a sconfiggere la disuguaglianza razziale durante l’apartheid, seguita dalla sua azione di vitale importanza per combattere l’Hiv/Aids in Sudafrica. La sua eredità, in tutta l’Africa e nel mondo, resterà intatta per generazioni”.
Quella di Nelson Mandela è stata una vita di lotta politica e di sacrificio, un esempio per milioni di persone nel mondo. La sua dolcezza anche nei momenti duri, il suo coraggio, la sua integrità e il suo impegno a ricucire le ferite e a preferire il perdono alla vendetta e all’odio sono stati memorabili.
“Mandela era una persona fuori dall’ordinario – ha dichiarato Louis Blom-Cooper, che ha preso parte alla fondazione di Amnesty International negli anni Sessanta e ha assistito al lungo processo contro Nelson Mandela e gli altri leader antiapartheid per le accuse di tradimento, prima che fossero assolti nel marzo 1961. “Averlo di fronte e parlarvi ti faceva capire che un giorno quell’uomo sarebbe diventato un cittadino molto importante del Sudafrica. Aveva un volto coinvolgente e quando parlavi con lui, sentivi che in quel momento la persona più importante eri tu e non lui”.
“Negli anni successivi alla sua presidenza, Nelson Mandela è stato un veemente e determinato sostenitore dei diritti di milioni di persone colpite dall’HIV, soprattutto nell’Africa subsahariana. Questo suo impegno ha mostrato la sua passione per la difesa della dignità umana, per il diritto all’uguaglianza e l’accesso alla giustizia per tutti. Il suo insistere che queste fossero questioni inerenti i diritti umani ha aiutato a far diventare la vita delle persone colpite dall’Hiv una preoccupazione urgente e globale”.
Nel novembre 2006, Amnesty International proclamò Nelson Mandela “Ambasciatore della coscienza”, riconoscendone l’impegno decennale contro le violazioni dei diritti umani non solo in Sudafrica ma nel mondo intero.
Accettando il riconoscimento, Nelson Mandela ringraziò cortesemente apprezzando il contributo dato da Amnesty International alla lotta per i diritti umani. Poi aggiunse: “Come Amnesty International, sto lottando per la giustizia e i diritti umani da molti anni. Mi sono ritirato dalla vita pubblica oramai. Ma fino a quando persisteranno l’ingiustizia e la disuguaglianza, nessuno di noi potrà sentirsi veramente a riposo. Dobbiamo diventare ancora più forti! Attraverso l’opera della Nelson Mandela Foundation, del Nelson Mandela Children’s Fund e della Mandela Rhodes Foundation, continua la mia lotta per i diritti umani”.
In quell’occasione, Amnesty International consegnò a Nelson Mandela e alla Nelson Mandela Foundation cinque volumi di suoi rapporti e sue campagne sulle violazioni dei diritti umani in Sudafrica tra gli anni Sessanta e il 1994.
Nelson Mandela ha subito grandi ingiustizie, è stato processato e condannato sotto un sistema di apartheid, basato sul razzismo,che non prevedeva processi equi.
Scrisse Amnesty International nel suo rapporto del 1978 sulle detenzioni politiche in Sudafrica: “Finché ci sarà l’apartheid, non potrà esservi alcuna struttura che segua e garantisca i diritti umani riconosciuti dagli standard internazionali”.
“Nelson Mandela è stato un prigioniero politico, detenuto anche per le sue opinioni. E’ stato un uomo che aveva capito che l’esclusione di gruppi di persone distrugge la fabbrica sociale di un paese creando politiche di ineguaglianza. Il movimento globale per i diritti umani deve essere grato a Nelson Mandela. Tutti noi che lo abbiamo ammirato dobbiamo portare avanti la sua lottA”, ha concluso Salil Shetty.
Amnesty International Italia