Speciale per Africa Express
Marcello Ricoveri*
Windhoek, 6 dicembre 2013
E’ difficile , oggi, ricordare….E’ passato tanto tempo. Ricordare i giorni in cui dalla mia finestra di Cliffton guardavo l’oceano e, laggiù, all’orizzonte Robben Island dove sapevo viveva Nelson Mandela, prigioniero. Ricordare il giorno a Roma quando tutte le televisioni trasmisero la prima “passeggiata” di Nelson Mandela , uscito di galera, con Winnie, mano nella mano, tra due ali di folla impazzita dalla gioia….E noi attoniti, davanti a questo spettacolo insperato, tante volte sognato con il cuore gonfio di gioia, e gli occhi pieni di lacrime… Come ora, come stanotte, quando abbiamo saputo che il suo grande cuore non batteva più.
E’ difficile oggi ricordare, scavare nella memoria quei momenti belli, pieni di entusiasmo e di impegno, quando ebbi la fortuna di incontrarlo a Johannesburg, nella sede dell’ANC, a Hillbrow credo. Io venivo ad offrire all’ANC un progetto tripartito di cooperazione nel settore multimediale, per rafforzarne la capacità di presa sulle masse….Come dimenticare il nostro incontro: io giovane diplomatico che incontrava il grande Madiba…
Forse allora non mi rendevo conto di incontrare un pezzo di storia del Sud Africa, ma quando lo vidi – su una sorta di sedia a sdraio – infreddolito, con un cardigan pesante ed una sciarpa, rimasi colpito dalla sua austera presenza. Nonostante le apparenze dimesse Nelson Mandela, allora Presidente del partito più importante del Sud Africa, si presentava come un leader africano potente. La sua presenza emanava autorità, dignità, grandezza. La sua voce pacata ma ferma, non ammetteva repliche.
Rimasi affascinato da questo mix di grandezza e di modestia, di affabilità e di autorità.
Fu quell’incontro la prima grande lezione sulla riconoscibilità di un vero leader africano. Da allora , in seguito, ne ho incontrati molti di leader: presidenti, capi guerriglieri, primi ministri, capi politici, religiosi, tradizionali….Ma mai nessuno come lui mi lasciò questa sconvolgente emozione, questa certezza di trovami di fronte ad un uomo fuori dal comune, ad una figura che fa la storia, non ne è parte, non la subisce , ma la cavalca come un delfino domina le onde dell’oceano.
E’ difficile oggi, ricordare, perché il tempo offusca i ricordi, anche quelli più belli ed importanti, ma forse quel pomeriggio d’inverno, nella bruma di Johannesburg, assieme ai profumi di carbonella e di legna bruciata, rappresenta per me uno dei ricordi più belli di questa mia vita africana randagia, e mi permette oggi – assieme al dolore ed alla tristezza – di deporre il mio fiore del ricordo sulla tomba del grande Madiba. Per sempre nel mio cuore.
Marcello Ricoveri
*Marcello Ricoveri ha rappresentato l’Italia come ambasciatore in Uganda (accreditato anche in Ruanda, anche durante il genocidio, e Burundi), Etiopia, Nigeria (con competenze sul Benin) e prima ancora come primo consigliere della nostra legazione a Pretoria con competenze anche sulla Namibia. Vive a Windhoek. A Roma, per 7 anni circa, si è occupato di Cooperazione allo sviluppo, di Unione Africana, di ECOWAS e di G8 per l’Africa. Grazie alla sua esperienza conosce molto bene l’intero continente e continua ad essere un attento e un acuto osservatore delle dinamiche socio-politiche del sud del mondo.
Marcello Ricoveri è stato ambasciatore d’Italia, in Etiopia, Nigeria e Uganda
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