DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 28 novembre 2013
I deputati kenioti hanno tentato di ancora una volta di mettere il bavaglio alla stampa ma non ci sono riusciti. Hanno approvato una legge capestro che, di fatto, prevedeva il controllo della politica sulla libera informazione, ma il presidente Uhuru Kenyatta ha posto, per la prima volta da quando è stato eletto nell’aprile scorso, ha posto il suo veto: niente da fare, le nuove norme si scontrano con la Costituzione.
Il mese scorso il parlamento aveva approvato una legge che sottrae i media al controllo di una commissione autonoma dalla politica (il Media Cauncil of Kenmya) e li affida a un tribunale sotto il diretto controllo del governo. Secondo il legislatore, giornali e giornalisti devono sottostare a un codice di comportamento e se sgarrano sono punibili con multe che vanno anche fino all’equivalente di 250 mila euro
La legge ha scatenato le reazioni furibonde dei media kenioti, che nell’ex colonia britannica non si stancano mai di criticare i politici per il loro modo spregiudicato di comportarsi.
Nel giugno scorso i deputati kenioti avevano tentano con un’operazione bipartisan di aumentarsi il già lauto stipendio. I giornali e le televisioni, riprendendo le dimostrazioni di protesta (“siete del maiali”, urlava la gente), avevano creato un’indignazione nel Paese e convinto i legislatori a lasciar perdere.
Un paio d’anni fa il parlamento aveva approvato una legge analoga a quella odierna e allora fu il presidente Mwai Kibaki a porre il veto.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
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