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Elezioni in Madagascar: al primo turno in testa il candidato dell’ex presidente cacciato quattro anni fa

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Giorgio Maggioni
Antananarivo, 22 novembre 2013
La corte elettorale speciale ha ufficializzato oggi i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Madagascar, confermando i risultati parziali che vedevano riproporsi uno scontro tra i portabandiera dei due schieramenti che rappresentano da una parte il giovane presidente Andry Rajoelina, andato al potere con un colpo di stato 4 anni fa, e dall’ altra il vecchio presidente Marc Ravalomanana, attualmente in esilio in Sud Africa.

Nonostante alcune correzioni apportate dalla corte elettorale, a causa di numerosi brogli sia nella capitale sia nelle remote province, il risultato vede in testa Jean Louis Robinson, ex ministro della sanità ai tempi di Ravalomana con più del 20 per cento dei voti, seguito dal recente ministro delle finanze Hery Rajaonarimampianina (un nome francamente un po’ difficile, ndr) con circa il 15 per cento dei suffragi.

La partecipazione è stata molto bassa, la più bassa da sempre, soprattutto nei seggi lontani dalle città, dove l’eco delle elezioni non ha raggiunto la popolazione rurale, alle prese con una crisi che dura da 4 anni ormai e che ha ridotto il 90 per cento delle persone ben al di sotto della soglia della povertà.

Nonostante la scelta della comunità internazionale di vietare le elezioni agli ex-presidenti della repubblica e a tutte le persone che avevano avuto un ruolo attivo nel colpo di Stato del 2009, gli elettori hanno fatto una scelta che tende ancora al bipolarismo tra i canditati sostenuti dal recente e dal vecchio regime, distribuendo però qualcosa come il 60 per cento dei suffragi tra una pletora enorme di candidati: trentuno.

In attesa del secondo turno, che dovrebbe tenersi il 20 Dicembre, i giochi delle alleanze assumono un ruolo molto importanti: da una parte di sicuro la parte avversa a Ravalomanana cercherà coesione sia per non perdere tutti i vantaggi ottenuti in questi 4 anni, sia perché dominerà la paura che vengano messe sotto i riflettori tutte le malversazioni fatte in questo periodo. Dall’ altra parte certo che il fin ad ora sconosciuto dottor Robinson dovrà organizzarsi in maniera migliore, sia presentando suoi rappresentanti in po’ più della metà dei seggi, come successo al primo turno, sia cercando di trovare il favore di alcuni dei candidati più importanti che possono raggiungere la maggioranza relativa dei voti a livello regionale.

Da questo punto di vista occorre notare come il voto in molte circoscrizioni sia stato espresso seguendo linee tribali, con candidati che superavano la maggioranza assoluta nei distretti di origine mentre avevano grosse difficoltà a oltrepassare anche l’1 per cento dei voti lontani dal loro feudo.

In tutto ciò grande importanza rivestiranno ancora i militari, che pur essendo sotto stretto controllo da parte dei vertici dal regime al potere, hanno spesso mostrato segni di ribellione, arrivando anche a tentare organizzare colpi di stato, mai andati a buon fine. La decisione di Rajoelina di nominare proprio ieri nuovi generali e colonnelli a capo di alcune regioni, va vista nell’ottica di controllare meglio il territorio, nel caso in cui l’opposizione possa vincere le elezioni di dicembre.

Giorgio Maggioni
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maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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