Massimo A. Alberizzi
14 novembre 2013
I diplomatici e gli osservatori a Nairobi l’avevano previsto all’inizio dell’anno, poco dopo l’elezione rispettivamente alla presidenza del Kenya di Uhuru Kenyatta e alla vicepresidenza, di William Ruro: “Il processo davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja nei loro confronti finirà in niente – ammonivano – . I testi saranno comprati o, peggio, terrorizzati”. Le previsioni si stanno avverando.
Ieri una ventina di testimoni al processo che vede i due leader imputati per crimini contro l’umanità per le violenze postelettorali in Kenya dopo le elezioni di fine dicembre 2006, hanno fatto sapere, attraverso i loro avvocati, che si ritirano dal procedimento.
Ne ha dato notizia un portavoce del tribunale secondo cui alla decisione dei testi, per ora solo quelli che riguardano l’inchiesta contro William Ruto, “non sono estranei motivi di sicurezza”. E’ chiaro che in un Paese corrotto come il Kenya è facile comprare i testimoni oppure spaventarli con minacce mirate.
Nelle elezioni del 2006 Ruto e Kenyatta si trovavano in antagonismo elettorale tra loro. Ruto, kalenjin, appoggiava alla presidenza della repubblica il luo Raila Odinga. Kenyatta, kikuyu, l’allora presidente uscente Mwai Kibaki, anche lui kikuyu, Kibaki, che poi fu rieletto, sebbene con brogli accertati. Quando furono diffusi i risultati delle elezioni scoppiarono diversi tafferugli. Ci furono un migliaio di morti.
Secondo l’accusa sia Ruto sia Kenyatta organizzarono in prima persona gli assalti alla comunità rivale. C’erano almeno 60 testimoni che ora pian piano si stanno ritirando. Non sono persone abbienti, sono facilmente corruttibili. Persone che guadagnano 100 euro al mese se gliene offri 30 mila sono pronti a scordare qualunque cosa. I testimoni, dunque, sono poco abbienti, ma in cambio gli imputati, sia Ruto sia Kenyatta, sono ricchissimi e dispongono di tutti i mezzi che vogliono per comprare qualunque testimone.
E se il denaro non bastasse c’è sempre l’intimidazione e la paura. E a Nairobi una banda disposta a terrorizzare chiunque la si può trovare in qualche bassofondo senza difficoltà.
Massimo A. Alberizzi
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Nelle foto a destra Ruto e a sinistra Keniatta. Sotto Ruto durante un’udienza a L’Aja