NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE
Cornelia I. Toelgyes
8 novembre 2013
Buongiorno a tutti. Mi chiamo Robiel, anzi, mi chiamavo così.
Insomma me ne sono andato, scappato. Ho messo tutti i miei ricordi in un sacchetto di plastica e sono arrivato in Libia. Lì mi hanno messo in prigione per un po’. Una cosa terribile, ci picchiavano, poco o niente cibo, umiliazioni di tutti generi. Poi, non mi è sembrato vero, mi hanno liberato. Sono corso al primo porto, ho trovato uno scafista. Mi ha detto :”Tieniti pronto, fra qualche giorno si parte”. Ero felice come non mai. Ho iniziato a sognare.
Un po’ di paura c’era, ma si divide anche la paura, non solo i sogni. Poi i centri di accoglienza, che di accoglienza hanno solo il nome. Pazienza. Il tempo lì non passava mai. Finalmente erano pronti i documenti. Ho chiamato mia cugina che vive al nord. Mi ha accolto insieme alla sua famiglia. La mia ragazza, invece, è andata a Roma, in un altro centro. Ci siamo visti una sola volta nei 5 mesi trascorsi da mia cugina. Ci sentivamo sempre al telefono e insieme si continuava a sognare.
Un giorno ho deciso di andare in Francia, a trovare degli amici. Mi avevano parlato bene di quel paese. Dopo qualche giorno mi sono spostato a Calais. Di lì potevo andare in Inghilterra, da mio zio, fratello di mamma. Lavora lì da qualche anno. Sì, anche lui era scappato. Il paradiso Eritrea è diventato un inferno. Tutti se ne vanno. Ci sono rimasti solo i vecchi, quelli che avevano combattuto per la libertà. Ora loro e quei pochi giovani rimasti, sono prigionieri nel nostro stesso paese. Vi rendete conto ?
A Calais mi sono tuffato in mare. Era il 9 ottobre scorso, esattamente un mese fa, una brutta sera. Freddo e mare mosso. Mi hanno gettato una corda. Ricordo la disperazione e poi il nulla. Salutate mia mamma. Roberta e Cornelia vi racconteranno il resto della mia storia. So che scopriranno ciò che mi è successo. Io ho una famiglia, Roberta ed i suoi amici che mi hanno cercato. Molti giovani annegano qui, restano senza nome, la loro tomba è il fondale del mare. Io sono uno dei tanti, la mia è una storia nella storia, con la differenza che la mia sarà resa pubblica e finalmente il mondo saprà ciò che succede qui.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes
(1 – continua)
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ssaraisas
sarai sempre ricordato per quel ragazzo semplice che eri zia roberta