Rivendicato in Mauritania da AQMI l’assassinio dei due giornalisti francesi in Mali

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Carla Lucia Leone
NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE
Nouakchott, 9 novembre 2013
Il gruppo terroristico AQMI, Al Qaeda nel Magreb Islamico, rivendica l’omicidio dei due giornalisti francesi, Ghislaine Dupont e Claude Verlon, rapiti ed assassinati lo scorso 2 novembre nei pressi di Kidal, Mali del nord. La notizia è diffusa dall’agenzia d’informazione mauritana Sahara Medias con sede a Nouakchott e poi confermata il giorno successivo dal capo della diplomazia francese Laurent Fabius.

Nel pomeriggio di mercoledì, Sahara Medias riceve una mail da un militante molto vicino ad una delle personalità più influenti dell’organizzazione, il comandante Abdelkrim al-Targui. Nella mail c’è scritto:“[Questa operazione] è una risposta ai crimini quotidiani commessi dalla Francia e al finanziamento delle truppe africane e delle Nazioni Unite contro i musulmani di Azawad”. Si aggiunge poi che si tratta del minimo prezzo che pagheranno il Presidente Hollande e il suo popolo in questa nuova “crociata”.

La Francia è infatti alla guida di una grande operazione militare al fianco delle truppe regolari dell’ex colonia africana che ha come obiettivo la riconquista dei territori dell’Azawad, Mali del nord, sotto il controllo dei separatisti Tuareg.

Secondo Sahara Medias, gli omicidi sarebbero stati commessi da un gruppo che fa capo ad Al-Targui, un maliano salito alla ribalta nelle gerarchie di questo braccio di Al Qaeda, la cui leadership appartiene storicamente a jihadisti algerini.Mappa con  kidal

Al-Targui è originario proprio di Kidal, una città nella quale nel 2011 erano stati rapiti altri due cittadini francesi, Philippe Verdon e Serge Lazarevic. Verdon è stato giustiziato all’inizio di quest’anno. Lazarevic, invece, pare sia ancora prigioniero dei terrorist.

L’AQMI, legato ufficialmente ad Al Qaeda dal 2005, è un gruppo specializzato nei rapimenti e nella gestione delle trattative successive. I sequestri costituiscono infatti la maggiore fonte di finanziamento dell’organizzazione e tutto porta a pensare che non smetterà di farne ricorso, sempre più spesso, nel prossimo futuro.

Carla L. Leone
carlalucialeone@hotmail.com
@carlalucialeone

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