Manifestazione degli eritrei il 25 ottobre a Roma per chiedere protezione dal loro governo

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NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE
Cornelia I.Toelgyes
22 ottobre 2013
3 ottobre 2013, una data che rimarrà impressa nella storia italiana e in quella europea. Il terribile naufragio ha fatto sì che gli stati membri dell’UE esaminassero insieme all’Italia la questione immigrazione e non solo dal punto di vista dei respingimenti. Sarà davvero così? Ne discuteranno insieme il 24 ed il 25 ottobre. E’ dal 1999 che non viene affrontato il problema immigrazione al Parlamento Europeo.

Ieri, 21 ottobre si dice che ci sia stata una commemorazione ad Agrigento. Si sono dette tante cose, ci si è dimenticati dell’essenziale: l’ultimo abbraccio fraterno a chi ha sofferto pene inimmaginabili, che gli sono costate la vita. Sorgono così spontanee alcune domande: perché in rappresentanza del Governo, oltre al Ministro per l’Integrazione Cécile Keyenge e il Vice-Presidente del Consiglio dei Ministri Angelino Alfano, è stato scelto proprio il Ministro alla Difesa Mario Mauro, che, due giorni prima della tragedia, aveva inviato il Capo dello Stato Maggiore alla Difesa, l’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli a Tripoli per discutere con il suo omologo libico il rafforzamento dell’”intensa collaborazione” con l’Italia?

Perché la presenza dell’ambasciatore eritreo presso lo Stato italiano, Zemete Tekle, e di alcuni membri del suo staff a Lampedusa nei giorni precedenti, e ieri ad Agrigento? L’Italia intrattiene rapporti diplomatici con l’Eritrea, ma non così i sopravvissuti alla strage, le vittime ed i loro familiari, che, con la loro presenza ieri ad Agrigento hanno sfidato, in un certo senso, l’Italia (il Vice-Presidente Alfano) ed l’ambasciatore eritreo.

Sfida che continuerà il 25 ottobre 2013 a Roma, data della manifestazione “per le vittime di Lampedusa“ indetta da alcuni gruppi di eritrei davanti a Piazza Montecitorio. Chiedono al nostro paese una protezione reale, che non includa l’autorizzazione di essere spiati dal paese da cui sono fuggiti.

Cornelia I.Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

1 COMMENT

  1. C’è qualcosa che non capisco e mi lascia perplesso! sono il presidente di una Onlus che opera a Massaua,dove stiamo ristrutturando una Casa alle Suore Orsoline, che si occupano di bambini indigenti!La settimana passata la superiora delle Orsoline per l’Eritrea è stata mia ospite a Palermo! abbiamo esaminato la situazione politica del paese: l’Eritrea è considerato uno stato “canaglia” non essendo allineato alla politica Americana; sembra che sia alleato dell’Iran, e che aiuti la Somalia; nel paese gli uomini fino a 50 anni e le donne fino a 40 sono obbligati, periodicamente a prestare servizio nell’esercito; è carente l’approvvigionamento alimentare, mancano le medicine! premettendo che sono di ideologia di sinistra,per il resto, in questo momento in Eritrea si vive come al tempo del Fascismo,in Italia; le case aperte, non esiste la droga e l’alcool,la benzina costa meno di 1 euro,ma, di contro, non ci sono gli eccessi in tutti i campi della vita di ogni giorno della società occidentale! manca, è vero, la “Libertà”! per questo fuggono! ma mi chiedo se Noi siamo più liberi o questa globalizzazione ci sta facendo ridiventare schiavi di un sistema che, in effetti, è in crisi profonda! spero che qualcuno con maggiori conoscenze mi sappia rispondere!

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