DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi, 11 ottobre 2013
Qualche settimana fa l’ex presidente della Liberia, Charles Taylor è stato condannato in appello, dalla Corte internazionale per i crimini commessi in Sierra Leone, a 50 anni di carcere. Ieri ha ottenuto di poter scontare la pena in un carcere britannico. L’ha annunciato il ministro della Giustizia Jeremy Wright. Ad accogliere il condannato si erano offerte Finlandia , Ruanda e Svezia. La corte d’appello ha sentenziato che Taylor è colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio“, cioè, in altre parole, i giudici hanno scritto: “Siamo proprio certi che è colpevole”.
Taylor è accusato di aver fornito durante la guerra civile in Sierra Leone armi e supporto logistico al RUF (Revolutionary United Front) , cioè a quei ribelli diventati famosi per terrorizzare la popolazione, tagliando mani e braccia ai civili, ragazzini soprattutto, per evitare che potessero imbracciare le armi o premere i grilletti.
Nel maggio 2012 Taylor era stato condannato in primo grado a 50 anni di carcere. Pena confermata in appello nel settembre scorso. Il processo era stato trasferito da Freetown all’Aja per motivi di sicurezza: Taylor, sebbene carcerato, avrebbe potuto organizzare commando di uomini ben armati e ben pagati per liberarlo.
La Corte Speciale per la Sierra Leone ha dichiarato il sessantacinquenne ex presidente della Liberia colpevole di 11 reati, compresi terrorismo , stupro , omicidio e impiego di bambini soldato per aver fomentato la guerra civile (che in nove anni, dal 1991 al 2002, ha provocato almeno 50 mila morti) nella vicina Sierra Leone. Taylor è stato condannato per avere fornito armi ai ribelli del Ruf in cambio di diamanti, i cosiddetti Blood diamonds, cioè i diamanti insanguinati.
In quegli anni avevo condotto un paio di inchieste giornalistiche che ripropongo qui: “Armi dall’Ucraina alla Liberia e Sierra Leone: via Monza” e “Il mondo opaco delle commodities: dal petrolio, ai diamanti, alle armi nei feroci conflitti africani“. Non solo: durante una visita in Sierra Leone avevo trovato il diario di uno dei capi del RUF, Foday Sankoh, nel quale erano annotati diligentemente i diamanti che dovevano finire nei forzieri di Charles Taylor.
L’ex presidente, durante il processo, ha sempre proclamato la sua innocenza e ha spiegato che i sui contatti con i ribelli sierraleonesi si riducevano a esortazioni per convincerli a smettere di combattere.
Charles Taylor è il primo ex capo di stato condannato da un tribunale internazionale per crimini di guerra dalla seconda guerra mondiale. Nel giugno 2007 il tribunale aveva già condannato tre comandanti accusati di crimini contro l’umanità.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi
Nelle foto: Charles Taylor durante un’intervista con Massimo Alberizzi nel 2003, e poi durante un’udienza del processo a l’Aja
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