Nel parcheggio del Westgate crollato, dove è cominciato l’eccidio

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DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Nairobi 4 ottobre 2013

Affacciarsi sul burrone del garage del Westgate collassato è scioccante. Le carcasse delle auto precipitate sulle macerie sono lì, come se fossero state lanciate da una mano gigantesca. Alcune sono calcinate. Una è rimasta in bilico: a metà tra il pavimento che ha resistito e il vuoto della zona crollata. E poi sul fondo le macerie. E non puoi non pensare a cosa c’è la sotto, a chi è stato travolto e ucciso dai massi.

Sotto il parcheggio crollato c’era il supermercato Nakumatt e tra gli scaffali si affollavano le famiglie, al sabato sempre numerose, che facevano la spesa. Molti sono scappati dal retro, ma quei settanta che la Croce Rossa ha denunciato come dispersi?

Fortuna molti dei ragazzini in una parte della terrazza dove sorgeva il parcheggio, raccolti attorno a un cuoco che insegnava a giocare cucinando, sono riusciti a fuggire con le loro mamma. Non tutti però. Lì ci deve essere stata una carneficina, organizzata con gelida determinazione e cinismo efferato. Forse su quel terrazzo i militanti hanno sgozzato la gente e finanche i ragazzini, come voci insistenti raccontano.

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Una delle mamme scampate all’eccidio è il capo dell’ufficio di Nairobi della South African Airlines: era lì con la figlia. Inutile cercare la signora in ufficio. Le sue colleghe raccontano: “Si è trovata proprio in mezzo alla sparatoria. Urlando è riuscita a scappare con la sua bambina. E’ rimasta una settimana in stato di choc; piangeva e non riusciva a parlare. Non è voluta tornare al lavoro. Ora è andata un mese in vacanza in Tanzania”.

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Si infittiscono i misteri dell’assalto al Westgate. Il primo è sul numero di terroristi che hanno preso d’assalto il centro commerciale. La cifra ufficiale è inchiodata a cinque, ma prende sempre più consistenza la voce che cinque siano gli assalitori votati al suicidio. Quelli che hanno resistito fino all’ultimo. Gli altri – molti di più – sono riusciti a scappare, confondendosi tra la folla in uscita o addirittura fingendosi ostaggi e quindi facendosi salvare dei soccorritori. Un’ipotesi suggestiva e non del tutto campata per aria. E’ escluso comunque che solo cinque jihadisti abbiano combinato tutto quello sconquasso. Cinque islamici i cui corpi, comunque, sembra non siano stati recuperati.

Per altro – secondo un’altra ricostruzione – la battaglia, cominciata sabato, sarebbe finita già con il primo assalto delle forse speciali domenica o al massimo con il secondo attacco di lunedì. Ma il centro commerciale non sarebbe stato aperto per consentire il saccheggio da parte di soldati e agenti. Una tesi che sembra, per altro, inverosimile

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

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