DAL NOSTRO INVIATO
NAIROBI – Un po’ in ritardo ma, come si suol dire, arrivano i nostri. Esperti della polizia scientifica di Francia, Germania e Gran Bretagna, nonché dell’FBI e dell’Interpol, sono arrivati a Nairobi oggi pomeriggio mentre a Wajir, città alla frontiera tra Kenya e Somalia è fatta esplodere una bomba. Non si conosce l’entità dei danni: gli shebab stanno mantenendo la loro promessa di incendiare tutto il Kenya?
In mattinata nessuno è entrato nel palazzo del Westagate per timore che fosse minato o che potesse venir giù completamente. Tre piani sono crollati e la paura che potesse collassare tutto il resto, travolgendo i soccorritori era grande. Un militare che usciva dalla zona protetta, dove i giornalisti non possono entrare, ha balbettato a Africa ExPress: “Forse puntelleremo l’edificio prima di entrarci”.
In realtà l’edificio non è stato puntellato e i primi soccorritori sono entrati cautamente cercando di entrare in ogni stanza ma con la dovuta circospezione, qualche volta sparando preventivamente (si è sentito qualche colpo) ma “solo a scopo intimidatorio”, è stato spiegato. Forse però c’era anche il rischio di colpire qualche ostaggio superstite.
Nel pomeriggio da lontano le telecamere delle televisioni e della macchine fotografiche attrezzate con enormi teleobbiettivi hanno mostrato che venivano portati via dei corpi. Il rischio che il numero delle vittime aumenti vorticosamente è reale. Sotto le macerie dei piani crollati potrebbero esserci decine di corpi esanimi. “ Ci saranno solo i terroristi – ha tagliato corto tempestivamente un funzionario governativo”. Come fa a saperlo non è molto chiaro.
Già dall’inizio di questa storia ci sono state contraddizioni ed entusiasmi non proprio giustificati. Uno dei fotografi che sabato mattina immediatamente dopo l’assalto sono entrati nel centro commerciale seguendo le forze dell’ordine, ha raccontato che gli agenti erano spaventatissimi. Sdraiati a terra quasi non si sarebbero mossi se non avessero preso ordini urlati da qualche ufficiale. “Sembravano terrorizzati, segno che non avevano un grande addestramento. Professionali invece le teste di cuoio arrivate più tardi”.
Una mezz’oretta dopo e le cose sono cambiate. Parte dei clienti che si trovavano al Westgate al momento d’attacco sono stati portati in salvo. I fotografi sono restati 8 ore e mezzo faccia a faccia con i terroristi.
Solo speculazioni e non vere notizie sulla presenza di bianchi e di donne nel commando jihadista di cui non si conosce neppure il numero. Secondo informazioni impossibili da verificare qualcuno di essi sarebbe riuscito a scappare. Anche il bilancio delle vittime è ancora incerto. I civili uccisi sarebbero 61, sei i soldati e cinque i terroristi. La Croce Rossa parta di 71 dispersi. Cifre che non combaciano con le dichiarazioni dei testimoni secondo cui gli ostaggi erano centinaia. Gli shebab in un twitter parlano di 171 infedeli uccisi. La guerra della cifre si può seguire su twitter
Massimo A. Alberizzi
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