DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
NAIROBI – Quattro violente esplosioni, cui sono seguiti colpi d’arma da fuoco, stamattina verso le 6 ora locale all’interno del Centro commerciale Westgate, assalito sabato poco prima delle 13, cioè nell’ora di massima affluenza, dove sono barricati i terroristi. In cielo volteggiano aerei ed elicotteri. La battaglia all’interno del palazzo è quindi ricominciata: gli attentatori non mollano e non sembra siano stati sconfitti come sostenevano ieri sera le fonti ufficiali. Le notizie che ci arrivano sono piuttosto frammentarie. I giornalisti sono stati allontanati dal luogo dell’attentato e per sapere qualcosa dobbiamo parlare con i volontari che raccolgono i feriti o con i militari che sono entrati nel centro da cui filtra anche qualche fotografia o qualche filmato scattato con i telefonini.
I terroristi sono asserragliati nel garage sotterraneo, al pianterreno e al primo piano dove, oltre ai negozi c’è un supermercato molto grosso, una delle filiali della catena più importante del Kenya, Nakumatt. Tra le scaffalature, i ripiani, i carrelli e la merce è facile nascondersi. I portavoce militari sostengono che la maggior parte degli ostaggi è stata messa in salvo. Ma una trentina di essi dovrebbe essere ancora nelle mani dei terroristi. Posteggiata nel parcheggio del Westgate c’è l’auto di un diplomatico italiano.
Ma non sembra che si possano ancora fare bilanci precisi. Si parla di una settantina di morti e di almeno trecento feriti ma questi numeri sembrano destinati ad aumentare.
Anche il numero dei terroristi è vago. Si parla di almeno cinquanta persone, tra cui alcune donne compresa la moglie di uno degli attentatori che face saltare la metropolitana di Londra il 7 luglio 2005. Un gruppo di shebab – sostengono alcuni testimoni – sarebbe barricato con alcuni ostaggi negli uffici della Barckays Bank ed è protetto perfino dai vetri anti rapina dell’istituto di credito.
Secondo testimonianze raccolte tra i militari che sono entrati nel palazzo, i terroristi hanno piazzato cinture esplosive indosso agli ostaggi; alcuni di essi sono stati legati ai pilastri del palazzo. Per questo c’è il rischio che salti l’intero edificio. Ieri sera mi hanno mostrato alcune foto raccapriccianti con persone sgozzate chiaramente a sangue freddo. Secondo quanto raccontato da un militare, sarebbe stato sgozzato anche un bambino di 7/8 danni.
Mentre è confermato che consiglieri israeliani hanno aiutato i vertici delle truppe keniote a pianificare l’assalto, si è sparsa la notizia, impossibile da avvalorare, che una ventina di soldati siano stato uccisi durante il blitz di ieri.
Gli shebab lanciano twitt agghiaccianti. Minacciano i giornalisti, che secondo loro li denigrano, e manifestano il loro odio verso gli infedeli: “Nessun espatriato – scrivono in un loro messaggio – può da oggi considerarsi sicuro a Nairobi”. Hanno anche negato che siano in corso trattative. “I nostri mujaheddin e gli ostaggi andranno incontro al loro destino”, ha dichiarato in una telefonata al network Al Jazeera uno dei capi degli shebab.
Massimo A. Alberizzi
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