Cornelia I. Toelgyes, si occupa di diritti umani.
Sulla recentissima decisione di Malta di bloccare il rimpatrio
forzato dei migranti africani scappati dalla loro
terra per approdare nell’arcipelago,
ha scritto per Africa exPress questo pezzettino.
Con oggi il vento per i migranti sta cambiando: stop ai rimpatri “illegali”, il diritto d’asilo garantito dalle norme Ue va rispettato. Questo l’avvertimento lanciato due giorni fa dall’Ue al governo maltese non appena si è appreso dell’intenzione di La Valletta di rimpatriare oltre cento somali appena sbarcati sull’isola. Un vero e proprio altolà lanciato dal commissario Ue per gli affari interni, la svedese Cecilia Malmstrom, che si è detta “molto preoccupata” per le notizie provenienti da Malta.
Il Primo Ministro maltese, Joseph Muscat, di fronte a questo monito, ha immediatamente cancellato gli aerei già prenotati per deportare in Libia i migranti somali giunti qualche giorno fa.
Resteranno a Malta pure i migranti giunti due giorni fa su tre imbarcazioni diverse. Nessuno è profugo per scelta. Nessuno abbandona la propria terra, gli affetti, per il gusto di farlo. La maggior parte di loro ha storie terribili alle spalle. Persecuzioni, arresti, torture, a volte anche il Lager del Sinai. Pur di salvarsi la vita, affrontano questo viaggio sui barconi, con la speranza di conquistarsi un briciolo di libertà .
Malta, ufficialmente Repubblica di Malta è un arcipelago situato nel Mediterraneo, nel canale di Malta a soli 80 km dalla Sicilia, a 284 km dalla Tunisia e a 333 km dalla Libia, compreso nella regione fisica italiana. Con un’estensione di 316 km² è uno degli stati più piccoli e densamente popolati al mondo.
Fino a pochi anni fa sapevo a malapena dell’esistenza di questo piccolissimo Stato. Lo sentivo nominare nelle scuole, perché molti studenti vi passavano le vacanze per imparare l’inglese. Infatti le lingue ufficiali sono due. Il maltese e l’inglese.
Da quando mi occupo di diritti umani ho capito l’importanza strategica di questo piccolo, grande Stato. Rappresenta il portone d’ingresso per l’Europa, che, fino ad oggi, ha sempre cercato tenere ben chiuso le sue ante. Anche perché, così sostiene il Primo Ministro Maltese, di non ricevere gli aiuti necessari dall’UE .(vedi nota ansa del 5.07.2013)
Per migliaia di migranti, che ogni anno nei barconi della speranza salpavano dalla Libia , Malta era un incubo. Temevano di trovarsi in difficoltà nelle vicinanze delle sue coste, di dover chiedere aiuto alla Guardia Costiera Maltese, perché c’era sempre la possibilità che sarebbero stati rimandati in Libia, nell’inferno. Forse pochi sanno che i migranti respinti, specie se di origine sub sahariana, vengono rinchiusi nei gulag libici dove non si conosce nemmeno il significato delle parole “Diritti Umani”.
Cornelia I. Toelgyes
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