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Pugno di ferro contro la stampa in Burundi: passa la legge bavaglio

Il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza ha approvato una nuova legge sui media, che i critici e le organizzazioni per i diritti umani hanno condannato come un attacco alla libertà di stampa. La legge vieta la pubblicazione di informazioni su questioni che potrebbero minare la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico e l’economia. Naturalmente non stabilisce con precisione quali siano le informazioni che è vietato pubblicare. Così si lascia alla descrizione del giudice o peggio del potere politico il giudizio in merito.  

Un “giorno nero per la libertà di informazione in Burundi – ha commentato un portavoce di Reporters sans frontières –. Una marcia indietro di vent’anni. La nuova legge limita la capacità dei giornalisti di fare giornalismo investigativo, indebolisce la protezione delle fonti, aumenta multe e richiede a tutti i giornalisti, per controllarli meglio, di avere una laurea, indipendentemente dalla loro esperienza di lavoro”, ha aggiunto.

Nkurunziza è un ex leader ribelle che è stato eletto presidente nel 2005, al termine di una cruenta guerra civile nel 2005. È stato rieletto nel 2010 con un voto controverso cui l’opposizione non ha partecipato. Un suo portavoce, Leonidas Hatungimana, ha sottolineato che il presidente ha promulgato la legge solo dopo che è stata approvata dalla camera dei rappresentanti e dal Senato.

Il portavoce di Nkurunziza ha sottolineato che il presidente ha approvato la legge solo dopo che è stata approvata dalla Camera dei Rappresentanti e del Senato. I funzionari del partito al potere hanno giustificato la legge sostenendo che “ aiuterà a rendere più professionali i mezzi di comunicazione e non permetterà ai giornalisti di incitare all’odio, in un Paese dove almeno 300.000 persone sono morte nel conflitto etnico tra hutu e tutsi  tra il 1994 e il 2005.

Anche Human Rights Watch ha reso posizione contro la legge bavaglio dopo che il 31 maggio, il Consiglio Nazionale delle Comunicazioni del Burundi (CNC) ha chiuso per un mese un forum online del popolare giornale Iwacu. Secondo le accuse il forum violava la legge perché pubblicava commenti dei lettori che “mettevano in pericolo l’unità nazionale, l’ordine pubblico, la sicurezza dello Stato e incitavano  all’odio etnico, giustificavano crimini e insulti al capo dello Stato –  ha spiegato Daniel Bekele  direttore per l’Africa di Human Rights Watch aggiungendo – La decisione del CNC di sospendere un forum dei lettori è inutilmente pesante e punitiva.

In marzo Hassan Ruvakuki, giornalista della radio locale Bonesha FM, è stato scarcerato per motivi di salute. Ha trascorso 15 mesi dietro le sbarre, dopo essere stato condannato a tre anni di carcere perché accusato di lavorare per un gruppo criminale. Ruuvakuki ha sempre negato le accuse.

Massimo A. Alberizzi
twitter @malberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com

Nelle foto una dimostrazione contro la legge bavaglio e il presidente Pierre Nkurunziza

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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