Perquisiti dalla polizia in Uganda due quotidiani accusati di complottare contro Museveni

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La polizia ugandese ha fatto irruzione negli uffici del quotidiano indipendente Daily Monitor per cercare le prove contro un generale dell’esercito che ha criticato la presunta decisione del presidente Yoweri Museveni di aver scelto come successore suo figlio. Il generale, in particolare, aveva sostenuto in un’intervista che “chi si oppone a questa decisione rischia di essere ammazzato.

Henry Ochiend, redattore politico del Daily Monitor, inorridito dalla scorreria, ha raccontato che una cinquantina di poliziotti sono entrati negli uffici, ospitati in una palazzina  nel centro di Kampala. “Ci sono un sacco di persone in borghese all’interno dei locali. Si può entrare, ma non si può uscire”, ha spiegato.

ll raid è stato organizzato mentre nel Paese si sta svolgendo un feroce dibattito su una lettera inviata dal generale David Sejusa all’agenzia per la sicurezza interna. L’ufficiale chiede un’indagine per chiarire se siano vere le voci secondo cui esistono piani per assassinare gli alti ranghi dell’esercito che criticano la decisione del presidente Museveni di designare come successore il figlio Muhoozi Kainerugaba.edificio del Daily Monitor

Il Daily Monitor ha ottenuto e pubblicato la lettera di Sejusa, che è stata bollata dai vertici dell’esercito come propaganda. Tre giornalisti del quotidiano hanno poi resistito alle richieste della polizia di consegnare copia della lettera e, soprattutto di rivelare da chi e come l’hanno ottenuta.

Sejusa, che è attualmente in viaggio in Europa, ha poi scritto un’altra lettera a giornali locali, sostenendo che il presidente aveva piazzato per tre anni nel suo ufficio un uomo con l’incarico di spiarlo.

Museveni ha annunciato che si dimetterà nel 2016 cioè dopo esattamene trent’anni al potere. Da un po’ di mesi in Uganda non si discute d’altro e si sprecano i commenti sulla concreta possibilità che Muhoozi Kainerugaba prenda il posto del padre. Fonti ufficiali hanno smentito con determinazione quest’ipotesi, che comunque continua a circolare sempre più insistente.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

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