Centinaia di manifestanti indipendentisti sahrawi hanno marciato per le strade di El Ayoune, la più grande città del Sahara occidentale, durante il fine settimana. Secondo i media marocchini si tratta della più grande protesta nella regione da diversi decenni. Circa 500 persone, dicono le fonti ufficiali, hanno marciato pacificamente nel tardo pomeriggio di sabato. La sera ci sono stati diversi scontri tra dimostranti e polizia: 21 agenti sono rimasti feriti. Secondo, Hamoud Iguilid, rappresentante locale della Associazione marocchina per i diritti umani, intervistato dalla France Press, sono rimasti feriti anche diversi attivisti.
Mohamed Salem Charkaoui funzionario del Consiglio per i Diritti del Marocco, citato dal sito web Lakome, ha sostenuto che non 500 ma oltre 2.000 persone sono scese in piazza.
Domenica le proteste si sono diffuse anche in altre città del Sahara Occidentale: Smara, dove sono state ferite 17 membri delle forze di sicurezza intenti a disperdere i manifestanti che avevano eretto barricate per le strade.
Alcuni dei manifestanti a Smara, circa 200 chilometri da El Ayoune, sventolavano bandiere della RASD, la Repubblica Araba Sahrawi Democratica. Dure le reazioni dei media marocchini il quotidiano in francese, Aujourd’hui Le Maroc ha descritto le proteste, organizzate in concomitanza con la visita di un gruppo di giornalisti stranieri, come “manifestazioni senza precedenti da parte dei nemici dell’integrità territoriale del Marocco”.
“La più grande protesta di chi vuole separare El Ayoune dal Marocco”, ha titolato il quotidiano arabo Akhbar Al-Youm, che ha anche raccontato della presenza di ribelli del Fronte Polisario e di bandiere degli Stati Uniti.
La tensione è salita nell’ex Sahara spagnolo, che comprende le regioni della Saguía el Hamra e del Río de Oro (da cui il nome del Fronte Polisario, Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro) dal 25 aprile scorso quando il Consiglio di Sicurezza ha approvato una risoluzione che proroga la missione di pace delle Nazioni Unite per un altro anno, ma non ha accettato una proposta americana che intendeva ampliare il suo mandato per includere il monitoraggio dei diritti umani.
Quella del Sahara occidentale è una questione molto delicata in Marocco, che ha annesso l’ex colonia spagnola, nel 1975, con un’occupazione militare mai riconosciuta a livello internazionale e nelle scorse settimane ha esercitato furibonde pressioni al Palazzo di Vetro, perché non fosse accettata la proposta americana per il monitoraggio dei diritti umani.
Secondo Amnesty International, il giorno dopo la risoluzione del Consiglio di Sicurezza, decine di manifestanti sono stati feriti durante una protesta pro-indipendenza a El Ayoune. “La polizia ha usato forza eccessiva per disperdere i dimostranti”, ha sentenziato Amnesty.
Per il Sahara Occidentale, un territorio pieno di fosfati, il Marocco ha proposto un’ampia autonomia sotto la sua sovranità. La proposta è stata respinta dai ribelli del Fronte Polisario, che dal 1975 combattono per uno stato indipendente. Nel 1991 l’ONU ha negoziato un cessate il fuoco in vigore da allora. Il Polisario insiste sul diritto sahrawi per un referendum per l’autodeterminazione.
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Nelle foto: la prima, dell’ Ap, una donna in un campo profughi in Algeria sventola la bandiera della RASD, quindi una manifestazione pro-sahrawi a Madrid (per gentile concessione di Creative Commons) e infine nell’istantanea di Radosław Botev, il deserto di sabbia e sassi del Sahara Occidentale
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