Massimo A. Alberizzi
30 aprile 2014
I leader locali nel nord del Ghana hanno annunciato l’abolizione degli omicidi rituali di bambini innocenti nati con disabilità fisiche. Secondo le superstizioni si crede che i bimbi nati con qualche handicap siano posseduti da spiriti maligni. I “figli spirituali”, come vengono chiamati, sono considerati come portatori di sventura e magari pronti a far bere a genitori e parenti pozioni velenose per ucciderli.
La decisione degli anziani di vietare questa pratiche barbare, secondo gli analisti, è dovuta anche al miglioramento delle condizioni sanitarie della popolazione rurale ma soprattutto alla diffusione dell’istruzione e della coscienza civile. In realtà la pratica è vietata dalla legge, ma ampiamente praticata perché difficile da sradicare.
Oggi nel distretto di Kassena Nankana all’estremo nord del Ghana dove è stato annunciato il divieto e dove superstizioni e credenze sono più diffuse, la gente sta abbandonando le religioni tradizionali per abbracciare le decine di sette cristiane e le meno numerose (ma molto attive) sette musulmane che proliferano nell’Africa sub sahariana.
Le nuove scelte spirituali stanno cambiando profondamente le società tradizionali. Le donne prendono coscienza seppure assai lentamente del loro ruolo. E sono le donne che per prime decidono di seguire i nuovi credo; gli uomini ci arrivano un po’ dopo. Il ruolo dominante nella famiglia del patriarca sta lentamente tramontando. Ora i membri del nucleo familiare manifestano nuove aspirazioni e forti segnali di indipendenza,
Nelle società tradizionali esistono ruoli precisi. Nel caso dei “bambini indiavolati”, per esempio, ci sono gli “uomini intruglio”, cioè coloro cui le famiglie affidano i figli da sopprimere e che, per questa crudele e disumana operazione, preparano pozioni velenose. Ora le organizzazioni umanitarie che stanno aiutando il governo e i leader locali a estirpare questa terribile usanza, hanno riciclato gli “avvelenatori”, che lavorano con i bambini disabili per promuovere i loro diritti.
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Uno dei più famosi giornalisti investigativi del mondo, il ganeano, Anas Aremeyaw Anas *, ha raccontato in un video di aver portato da un santone una bambola di plastica, nascosta in un cesto, sostenendo che si trattava di una creatura con problemi alimentari e disabilità fisiche.
“Dopo aver consultato gli oracoli – ha rivelato il reporter – lo stregone si è messo a saltare su e giù per la stanza e dopo un po’ ha sostenuto da avere la conferma: si trattava non di un bambino ma del diavolo in persona che andava immediatamente ucciso perché aveva già provocato la morte di due miei parenti”.
Uno dei più influenti capi locali, Naba Henry Abawine Amenga-Etigo, ha annunciato che da questo momento chiunque sarà sorpreso a condannare bambini disabili sarà consegnato alla polizia.
I pregiudizi colpiscono non solo i bambini ma anche le donne, spesso anziane che accusate di stregoneria vengono allontanate dal villaggio e costrette a vivere relegate in appositi campi.
Massimo A. Alberizzi
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