Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 19 aprile 2013
Almeno otto persone sono state ammazzate e una ventina ferite in due distinti attentati a Garissa, nell’est del Kenya, in prossimità del confine con la Somalia.
Gli attacchi sono avvenuti simultaneamente alle 7 di sera. Un gruppo di uomini armati ha assalito un ristorante assai popolare conosciuto con il nome di Kwa Chege, in centro città, sparando all’impazzata mentre nello stesso momento uno o due terroristi hanno lanciato un paio di granate in un centro commerciale in costruzione in Ngamia road, nel rione dove si trovano numerosi uffici: nel cantiere lavorano operai kenioti di etnia kamba.
Molti dei morti sono spirati in ospedale dove erano stati immediatamente trasportati.
Si pensa che gli autori siano shebab, cioè gli integralisti islamici somali che hanno promesso di mettere il Kenya a ferro a fuoco dopo l’intervento delle truppe dell’ex colonia britannica in Somalia (autunno 2011) per combattere appunto i fondamentalisti che si definiscono la filiale di Al Qaeda in Africa Orientale.
Da allora il Kenya è stato teatro di diversi attentati, a Nairobi, a Mombasa e a Garissa. In particolare in quest’ultima città l’ultimo attentato risale al gennaio scorso: cinque morti e quattro feriti. In ottobre un poliziotto era stato ucciso e un altro ferito. In novembre sono invece stati uccisi in un’imboscata tre soldati e due agenti di polizia.
L’ondata di attentati ha creato un fortissimo sentimento antisomalo e ci sono stati diversi attacchi contri i somali che vivono in Kenya. Infatti ieri sera subito dopo gli attentati gruppi di giovani kenioti si sono hanno aggredito i somali che abitano a Garissa. Trovati li hanno picchiati a sengue per vendetta,
Quello del fondamentalismo islamico è uno dei gravi problemi che deve affrontare il nuovo presidente Uhuru Kenyatta, appena eletto.
Massimo A. Alberizzzi
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