NAIROBI – I soldati governativi non hanno praticamente opposto resistenza. Molti sono scappati assieme al presidente Francois Bozize che ha abbandonato precipitosamente il palazzo presidenziale di Bangui e si è rifugiato nella Repubblica Democratica del Congo. Così nella Repubblica Centrafricana il potere è passato nelle mani dei ribelli Seleka, una coalizione di tre gruppi.
Il piccolo contingente di legionari francesi, rafforzato negli ultimi giorni da più di trecento uomini, ha preso in mano la sicurezza dell’aeroporto, ma Bozize e la sua famiglia sono scappati in barca attraversando il fiume Ubangui, che segna il confine tra Centrafrica e Congo
La rivolta è iniziata in dicembre quando gli uomini di Seleka hanno cominciato l’avanzata verso la capitale mentre le truppe governative si scioglievano come neve al sole. Accusavano il presidente di non aver rispettato i patti stipulati nel 2007, in base ai quali si era stabilito che sarebbero stati pagati i salari a quei combattenti che avevano deposto le armi.
I gennaio erano cominciati colloqui di pace anch’essi conclusi con un accordo: i ribelli erano entrati nel governo. Ma la coalizione presto è saltata. Una quindicina di giorni fa le nuove accuse del Seleka, che hanno ripreso le armi e hanno ripetuto: “Bozize non rispetta gli impegni”. Anche stavolta infatti – sostengo i capi dei guerriglieri – non ha inquadrato i ribelli nell’esercito, non ha pagato loro i salari pattuiti e, inoltre, non ha liberato i prigionieri politici come era negli accordi.
Bozize ha preso il potere lui stesso con un colpo di stato nel 2003. Da allora ha indebolito sempre più l’esercito proprio per il timore che si rivoltasse contro di lui.
Nella Repubblica Centrafricana è presente anche in reparto di peacekeeper sudafricani che hanno cercato in qualche mondo di fermare ñ senza successo – l’avanzata dei rivoltosi. Una decina sono morti durante gli scontri.
In un comunicato inviato anche ad Africa Express, Justin Kombo Mustaf, segretario generale del Seleka, ha invitato i cittadini di Bangui a non uscire di casa, a mantenere la calma e a non opporre resistenza. “La Repubblica Centrafricana – c’è scritto nel documento – ha aperto oggi una nuova pagina della sua storia. Riporteremo il Paese alla normalità con elezioni libere e democraticheî. Gli stessi argomenti sono stati ripetuti dai microfoni della radio nazionale, in francese e nelle lingue locali. Ma in città sono cominciati i saccheggi.
Fanno parte dell’alleanza politico militare Seleka: la Convention des Patriotes du Salut et du Kodro (CPSK), presieduto dal generale Mohamed-Moussa Dhaffane, la Convention des Patriotes pour la Justice et la Paix (CPJP), del generale Noureldine Adam, e l’Union des Forces Démocratiques pour le Rassemblement (UFDR) di Michel Ndjotodia.
Massimo A. Alberizzi
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