Sono almeno cinque i gruppi islamici attivi in Mali. Eccone una breve descrizione.
Ansar Dine – E’ un movimento di combattenti tuareg che si sono raggruppati dopo essere rientrati dalla Libia dove combattevano a fianco di Geddafi. Il leader del gruppo, Iyad ag Ghali, che si suppone abbia una cinquantina d’anni, è stato uno degli organizzatori della rivolta tuareg negli anni ’90. Nel primi anni 2000 invece è stato incaricato da parte del governo del Mali di trattare la liberazione di un gruppo di ostaggi occidentali (soprattutto tedeschi) catturati dall’algerino Gruppo Salafista per la Predicazione e il Combattimento (GSPC). L’obbiettivo di Ansar Dine, il cui nome completo in arabo è Harakat Ansar al-Dine (cioè Movimento per la Difesa dell’Islam) è di imporre la legge coranica in tutto il Mali.
Movimento islamico per l’Azawad – Poco dopo l’intervento francese, nel gennaio 2013, una fetta di Ansar Dine si è staccata dall’albero originario. Il gruppo è poco conosciuto nei dettagli. Il suo leader, Alghabass Ag Intallah che era uno dei più stretti collaboratori di Iyad ag Ghali, sostiene di rifiutare il terrorismo e l’estremismo. Intende cioè raggiungere i suoi obbiettivi con mezzi pacifici e il dialogo.
Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) – Prima (fino al 2004/5) si chiamava Gruppo Salafista per la Predicazione e il Combattimento (GSPC), e già da allora era considerato il dipartimento di Al Qaeda in Africa del nord. Il leader fondatore, Amari Saifi, detto anche Abderrezak Le Parà (era paracadutista nell’esercito algerino) è stato catturato nel maggio 2004 nel Tibesti, la regione del nord del Ciad al confine con la Libia, in pieno Sahara. E’ sparito.
Abderrezak Le Parà dovrebbe essere ora ospite di un carcere algerino se non è già stato ammazzato. Il comandante in capo di AQMI dovrebbe essere ora l’algerino Abdelmalek Droukdel, nome di battaglia Abu Musab Abdel Wadoud. AQMI controllava Timbuctù durante l’occupazione islamica.
Massimo A. Alberizzi
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Nelle foto, dall’alto: Iyad ag Ghali, Alghabass Ag Intallah, Abderrezak Le Parà, Hamada Ould Mohamed Kheirou e Muktar Belmuktar
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