Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Kigali (Ruanda) , 20 novembre 2012
Goma, la capitale economica del Congo Orientale, è stata catturata dai ribelli dell’M23, gruppo conosciuto anche come Armata Rivoluzionaria Congolese. Per il controllo della città non c’è stata quella che fino a ieri qualcuno paventava la “Grande battaglia di Goma”.
I miliziani non hanno trovato resistenza e, come sempre è capitato in queste circostanze, l’esercito regolare congolese è scappato a gambe levate.
Se è vero che dietro i ribelli – la maggior parte sono di etnia tutsi – c’è l’appoggio logistico (e probabilmente militare) di Ruanda e Uganda, è anche vero che i governativi hanno avuto il sostegno dei cashi blu della Monusco, la missione delle Nazioni Unite in Congo, i cui vertici – fino a ieri – erano certi che la città non sarebbe caduta, tant’è vero che non hanno diramato nessun ordine di evacuazione e sono ancora in controllo dell’aeroporto.
Molti degli espatriati presenti in città hanno passato il confine e sono andati in Ruanda. Ma chi ha voluto è rimasto in Congo sotto la protezione dei caschi blu. Nessuno degli almeno cento occidentali è intrappolato a Goma, neppure un gruppetto di italiani tra cui il vulcanologo Dario Tedesco, che tiene sotto controllo il Nyiragongo. Una delle sue colate laviche qualche anno fa seppellì una parte di Goma.
I ribelli dell’M23 sembrano determinati forse perché consci che lo Stato centrale si spappola davanti a ogni seria minaccia.
Il presidente congolese Joseph Kabila da Kinshasa, la capitale, ha lanciato un appello alla mobilitazione generale, ma pare molto difficile che venga accettato dai suoi concittadini. Se sui ribelli pesa il sospetto che siano guidati da fuori, su Kabila la certezza (come avevano a suo tempo dichiarato gli osservatori internazionali) che abbia truccato le elezioni attraverso cui è arrivato al potere per un secondo mandato.
Il presidente dell’M23, il vescovo Jean Marie Runiga Lugerero, raggiunto al telefono, ha sostenuto che i ribelli hanno accelerato la loro entrata a Goma perché erano cominciate le vendette (leggi assassinii mirati) sui civili tutsi loro simpatizzati.
Decine di migliaia di persone sono scappate abbandonando le loro case e i loro averi. Un campo profughi a pochi chilometri da Goma ospitava 60 mila persone: ora è stato completamente vuoto.
Massimo A. Alberizzi
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