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Burundi, agguato in una missione: uccisi un volontario italiano e una suora croata

Massimo A. Alberizzi
29 novembre 2011
Sembra proprio un’esecuzione. Suor Lucrezia Manic, croata, è stata ammazzata in casa, mentre il volontario italiano, Francesco Bazzani, veronese, è stato rapito insieme a suor Carla Brianza, di Pontoglio in provincia di Brescia, e anche lui ucciso con un colpo a sangue freddo.
DOMENICA SERA – Tutto è cominciato domenica a tarda sera alla missione di Kiremba, nella provincia di Ngozi a più o meno duecento chilometri dalla capitale burundese, Bujumbura, dove le missionarie Ancelle della Carità gestiscono da parecchi anni un ospedale finanziato dalla diocesi di Brescia.
LA DINAMICA – Le suore avevano appena finito di cenare quando è saltata la luce. Hanno chiesto a Francesco, economo della missione, di andare a vedere cosa fosse successo: qualcuno – che evidentemente conosceva bene la missione – aveva tolto la corrente manovrando l’interruttore generale.
IL DENARO – In quel momento due banditi hanno fatto irruzione nella casa urlando di consegnare i soldi. Gli è stato dato tutto il denaro disponibile intorno ai 4 mila euro, ma gli intrusi non si sono accontentati e costretto Francesco e suor Carla a seguirli all’auto dell’ospedale.
LA POLIZIA – Suor Antonietta, un’altra consorella, voleva partire con i rapitori al posto di suor Carla, ma loro hanno detto. “No, vogliamo lei”.  Quindi la conoscevano bene. Si sono allontanati i due rapitori suor Carla e Francesco a bordo della macchina mentre arrivava la polizia che si è messa a sparare all’impazzata per quasi un’ora.BANDITI – I due uomini sono stati catturati nella mattina di lunedì: sono due banditi comuni e non c’è nessun movente politico. Il portavoce della polizia Pierre-Chanel Ntarabaganyi spiega: “Hanno rispettivamente 20 e 24 anni e siamo sicuri si tratti dei due assassini”, visto che “abbiamo le prove”.

LA RICOSTRUZIONE – A otto chilometri dalla missione i banditi hanno fermato il veicolo e fatto scendere gli ostaggi. Francesco Bazzani è stato ammazzato a sangue freddo. Suor Carla si è ribellata e, pronta di riflessi, ha afferrato la canna del fucile che uno dei banditi gli puntava contro. Non mollava la presa e così l’uomo l’ha colpita con un coltello alle mani. Le sue condizioni non sono gravi.

VENDETTA – “Sembra proprio una vendetta – ha raccontato un testimone ad Africa ExPress – sembra che suor Carla e Francesco qualche giorno fa avessero licenziato un operaio, il quale forse ha organizzato gli omicidi per ritorsione. I due rapitori avevano ottenuto tutto il denaro che c’era in missione e se ne sarebbero potuti andare indisturbati. Invece si sono accaniti e hanno scelto accuratamente gli ostaggi. Escludo comunque una matrice politica”.

EVACUAZIONE – L’ambasciata italiana in Uganda, che ha competenza anche per il Burundi, sta organizzando l’evacuazione entro stasera, degli italiani che ancora sono in ospedale: tre medici e le due suore, Antonietta e Carla.

IL CASO DEL NUNZIO – Il 29 dicembre 2003 in un agguato a una cinquantina di chilometri da Bujumbura fu ucciso il nunzio, originario dell’Irlanda, Michael Aidan Courtney. Le indagini della polizia locale stabilirono che fu un attacco mirato. Non fu una rapina, come fu spiegato in un primo momento, e neanche fu un errore: gli assassini volevano uccidere proprio lui. Come mi raccontò a suo tempo a Bujumbura un funzionario burundese, “il nunzio viaggiava su un’automobile con targa diplomatica, con tanto di bandierina vaticana. Chi ha sparato sapeva dove colpire: su quattro occupanti dell’automobile è stato ucciso solo il Nunzio”.

L’ONU – IRIN, la newsletter delle Nazioni Unite pubblicata a Nairobi citò il presidente del Burundi, Domitien Ndayzeye, e il vescovo di Bududira e vicepresidente della conferenza episcopale burundese, Bernard Bududira, che addossarono la responsabilità dell’omicidio ai ribelli del FNL, il Fronte Nazionale di Liberazione del Burundi, un gruppo radicale hutu che solo nel 2008 ha firmato un accordo di pace con il governo, una sorta di coalizione hutu/tutsi che ha gestito il processo di pace cominciato nel 2001. Le scorse elezioni, boicottate dall’opposizione, hanno creato una certa tensione.

TENSIONE – Qualcuno aveva avanzato l’ipotesi che l’attacco a Kiremba potesse essere l’inizio di una nuova guerra civile ma l’arresto dei due banditi , la dinamica e i testimoni lo escludono decisamente.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter: @malberizzi

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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