29 novembre 2011
Sembra proprio un’esecuzione. Suor Lucrezia Manic, croata, è stata ammazzata in casa, mentre il volontario italiano, Francesco Bazzani, veronese, è stato rapito insieme a suor Carla Brianza, di Pontoglio in provincia di Brescia, e anche lui ucciso con un colpo a sangue freddo.
LA RICOSTRUZIONE – A otto chilometri dalla missione i banditi hanno fermato il veicolo e fatto scendere gli ostaggi. Francesco Bazzani è stato ammazzato a sangue freddo. Suor Carla si è ribellata e, pronta di riflessi, ha afferrato la canna del fucile che uno dei banditi gli puntava contro. Non mollava la presa e così l’uomo l’ha colpita con un coltello alle mani. Le sue condizioni non sono gravi.
VENDETTA – “Sembra proprio una vendetta – ha raccontato un testimone ad Africa ExPress – sembra che suor Carla e Francesco qualche giorno fa avessero licenziato un operaio, il quale forse ha organizzato gli omicidi per ritorsione. I due rapitori avevano ottenuto tutto il denaro che c’era in missione e se ne sarebbero potuti andare indisturbati. Invece si sono accaniti e hanno scelto accuratamente gli ostaggi. Escludo comunque una matrice politica”.
EVACUAZIONE – L’ambasciata italiana in Uganda, che ha competenza anche per il Burundi, sta organizzando l’evacuazione entro stasera, degli italiani che ancora sono in ospedale: tre medici e le due suore, Antonietta e Carla.
IL CASO DEL NUNZIO – Il 29 dicembre 2003 in un agguato a una cinquantina di chilometri da Bujumbura fu ucciso il nunzio, originario dell’Irlanda, Michael Aidan Courtney. Le indagini della polizia locale stabilirono che fu un attacco mirato. Non fu una rapina, come fu spiegato in un primo momento, e neanche fu un errore: gli assassini volevano uccidere proprio lui. Come mi raccontò a suo tempo a Bujumbura un funzionario burundese, “il nunzio viaggiava su un’automobile con targa diplomatica, con tanto di bandierina vaticana. Chi ha sparato sapeva dove colpire: su quattro occupanti dell’automobile è stato ucciso solo il Nunzio”.
L’ONU – IRIN, la newsletter delle Nazioni Unite pubblicata a Nairobi citò il presidente del Burundi, Domitien Ndayzeye, e il vescovo di Bududira e vicepresidente della conferenza episcopale burundese, Bernard Bududira, che addossarono la responsabilità dell’omicidio ai ribelli del FNL, il Fronte Nazionale di Liberazione del Burundi, un gruppo radicale hutu che solo nel 2008 ha firmato un accordo di pace con il governo, una sorta di coalizione hutu/tutsi che ha gestito il processo di pace cominciato nel 2001. Le scorse elezioni, boicottate dall’opposizione, hanno creato una certa tensione.
TENSIONE – Qualcuno aveva avanzato l’ipotesi che l’attacco a Kiremba potesse essere l’inizio di una nuova guerra civile ma l’arresto dei due banditi , la dinamica e i testimoni lo escludono decisamente.
Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter: @malberizzi