Speciale per Africa ExPress
M. A. A.
Arusha (Tanzania), 12 marzo 2008
Una giudice italiana, Silvana Arbia, ha guidato la pubblica accusa durante il processo contro padre Seromba. Ha impostato le indagini e il comportamento da tenere durante il processo d’appello contro il sacerdote cattolico condannato all’ergastolo per genocidio.
Silvana Arbia, giudice alla corte d’appello di Milano, ormai da anni è impegnata nel Tribunale dell’Onu per il Ruanda, dove ora è a capo dei team di procuratori, seconda solo al procuratore generale. Un incarico che lascerà a metà aprile per assumere quello ancora più impegnativo di registar alla Corte Penale Internazionale dell’Aja.
Il registar è una figura che nell’ordinamento italiano non esiste ed è l’organo che in seno al CPI rappresenta le vittime, amministra la Corte e organizza gli uffici decentrati come, ad esempio, quello si vorrebbe costituire in Darfur. E’ un incarico di altissimo livello e di grande prestigio.
La dottoressa Arbia, esperta di diritto internazionale, di criminalità organizzata e di reati sessuali (gli stupri sono stati continui durante il genocidio in Ruanda) nel 1998 è stata membro della delegazione italiana durante l’incontro di Roma che sancì la nascita della Corte Penale Internazionale.
M. A. A.
12 marzo 2008
@africexp
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Io, bianco accusato di genocidio in Ruanda vi racconto quella follia”
Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero +39 345 211 73 43 e ti richiameremo. Specifica se vuoi essere iscritto alla Mailing List di Africa Express per ricevere gratuitamente via whatsapp le news del nostro quotidiano online.