Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 22 ottobre 2017
Robert Mugabe, il novantatrenne presidente dello Zimbabwe, è stato insignito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Sanità (OMS) come nuovo “Goodwill ambassador” ed è scoppiata subito la polemica.
Diverse Organizzazioni internazionali e il governo britannico hanno descritto la scelta dell’OMS come “sorprendente e seccante”. Un portavoce di Downing Street ha fatto sapere che diversi diplomatici britannici hanno già sottoposto le loro serie preoccupazioni circa la scelta del tanto discusso presidente dello Zimbabwe al direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
L’organo dell’ONU ha chiesto la collaborazione dell’anziano presidente per combattere e sensibilizzare in Africa le patologie non trasmissibili come infarto, asma e ictus.
Tedros Adhanom Ghebreyesus, ex ministro della Salute etiope, ha fatto sapere di essere onorato che Mugabe abbia accettato questo incarico e ha elogiato il governo di Harare, perché ha messo al centro della sua politica il servizio sanitario nazionale accessibile a tutti.
Peccato solo che il sistema sanitario zimbabwese sia al collasso grazie al regime autoritario di Mugabe. La maggior parte degli ospedali non ha a disposizione nemmeno i medicinali essenziali, strumenti sanitari di prima necessità e altro. Spesso le casse governative non dispongono del denaro necessario per pagare gli stipendi dei medici e del personale paramedico, che sono spesso in sciopero per questo motivo. Vista la precaria situazione del servizio sanitario nazionale, vengono anche precettati i medici dell’esercito, ma ovviamente non riescono a far fronte alle esigenze e richieste della popolazione, già duramente provata.
Mugabe stesso va a curarsi all’estero, a Singapore, perché affetto da cataratta e da cancro alla prostata.
Il vecchio leader è stato più volte biasimato dall’Occidente per aver distrutto l’economia del Paese e per non rispettare i diritti umani (http://www.africa-express.info/2017/02/03/zimbabwe-critica-mugabe-arrestato-per-insulto-alla-bandiera/).
Nello Zimbabwe sono insorti anche i partiti all’opposizione, mentre un portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha comunicato: “Questa nomina evidenzia ancora una volta come gli ideali dell’ONU siano in netto contrasto per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e della dignità dell’uomo.
Lo Zimbabwe è finito sullo cronache in questi giorni anche per un altro fatto. Il governo è alla ricerca di un nuovo boia e per questo impiego, generalmente poco amato dalla popolazione, si sono presentate ben cinquanta persone. Quando il lavoro manca e ci sono molte bocche da sfamare, si è disposti anche a uccidere in nome dello Stato.
Virginia Mabhiza, la segretaria permanente del ministero della Giustizia ha fatto sapere che questo posto è vacante da oltre dieci anni, invece, negli ultimi mesi il suo ufficio ha ricevuto una valanga di richieste per questo lavoro.
L’ultima esecuzione è stata eseguita nel 2005 e Mugabe è propenso di abolire la pena capitale. A tutt’oggi ben novanta persone sono ancora rinchiuse nel braccio della morte in attesa di esser giustiziati. Ma Emmerson Mnangagwa, vicepresidente e già ministro della Giustizia, ha annunciato che non è sua intenzione di autorizzare alcuna esecuzione, in quanto contrario.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes