Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 30 gennaio 2016
L’Emirato del Sahara, una fazione di Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI) rivendica il sequestro di Beatrice Stockly, avvenuto a Timbuctù , città nel nord-ovest del Mali all’inizio del mese (http://www.africa-express.info/2016/01/09/mali-missionaria-svizzera-rapita-per-la-seconda-volta-a-timbuktu/).
In un video pubblicato il 26 gennaio della durata di otto minuti, un portavoce di AQMI afferma la sua responsabilità in questo sequestro. Per la liberazione della Stockly, una missionaria della Chiesa Evangelista Svizzera, originaria di Basilea, che da anni risiede nel Mali, il gruppo chiede che alcuni suoi militanti, attualmente detenuti nelle prigioni maliane, vengano rilasciati, compreso Abou Tourab , detenuto dalla Corte Penale Internazionale (CPI) nell’Aja. Abou Tourab era conosciuto con il nome di combattimento Ahmad Al-Faqi Al-Mahdi ed era uno dei capi del gruppo jihadista maliano Ansar Dine, legato all’AQMI. E’ accusato dal CPI per la distruzione di edifici religiosi e del monumento storico di Timbuctù nel 2012. E’ il primo jihadista a essere giudicato dal CPI.
“Noi, militanti di Al Qaeda nel Maghreb islamico, rivendichiamo il rapimento di questa infedele, l’evangelista Beatrice Stockly, che con le sue azioni ha dichiarato guerra all’Islam”, ha spiegato nel filmato in perfetto inglese, un militante incappucciato e in tuta mimetica.
Nel video il portavoce del gruppo sottolinea che la Stockly, già rapita nel 2012 dai jihadisti, poi liberata da Ansar Dine, grazie all’intermediazione del Burkina Faso, è venuta meno alle condizioni del suo rilascio di allora: “Aveva promesso che non avrebbe più messo piede nella terra dell’Islam e che avrebbe cessato la sua attività di evangelizzazione”.
La Stockly appare nel filmato, consegnato a un’agenzia privata della Mauritania, Al-Akhbar, martedì sera, con un velo nero. In poche parole descrive il suo rapimento e ammette le sue attività di evangelizzazione nel Paese.
Un portavoce del ministero degli Esteri svizzero in un breve comunicato ha confermato di essere a conoscenza del video e chiede la liberazione immediata e incondizionata della connazionale. Nessun accenno è stato fatto circa una richiesta di riscatto.
Il 16 gennaio è stata rapita anche un’anziana coppia australiana nel Burkina Faso. I coniugi , che si erano stabiliti a Djibo, regione del Sahel, sono originari di Perth, nel sud-ovest dell’Australia.
Un responsabile di Ansar Dine, Hamadou Ag Khallin, durante un breve colloquio telefonico con i reporter di AFP, ha comunicato che la coppia australiana sarebbe in mano ai jihadisti dell’Emirato del Sahara.
Qualche giorno più tardi una fonte diplomatica europea ha confermato di aver ricevuto informazioni circa il rapimento di una coppia occidentale rapita, senza specificare la loro nazionalità.
Cornelia I. Toelgyes
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