Speciale per Africa ExPress
Davide Debernardi
Milano, 28 gennaio 2016
L’IMF (Fondo Monetario Internazionale) ha allertato l’Angola sulla situazione dei suoi conti pubblici. L’organizzazione internazionale stima che il debito pubblico del paese africano possa crescere considerevolmente, fino a raggiungere il 57 per cento del prodotto interno lordo. Questo dato, non sembra preoccupare l’imprenditrice angolana più conosciuta al mondo e suo padre.
Lei è Isabel dos Santos la figlia maggiore di José Eduardo dos Santos, l’uomo che dal 1979 governa l’Angola. La “principessa” – così viene definita – nasce a Baku (Azerbaijan) nel 1973 dalla relazione tra suo padre e Tatiana Kukanova, la prima moglie del presidente.
Con un patrimonio di circa 3 miliardi di dollari è considerata da Forbes la donna più ricca dell’Angola e la prima miliardaria d’Africa, grazie ad investimenti in aziende angolane e portoghesi. “Sono una imprenditrice non mi interessa la politica. Lavoro sette giorni alla settimana e ho sempre avuto il senso degli affari. All’età di sei anni vendevo uova di gallina”, ha dichiarato in una intervista al Financial Times nel 2013.
Diamanti, banche, petrolio e telecomunicazioni sono tra le principali fonti di ricchezza di Isabel dos Santos. La figlia del presidente detiene il 25 per cento della società Unitel il primo operatore privato di telefonia mobile nel Paese e con i suoi 9 milioni di abbonati è la più grande azienda privata dell’Angola. La sua quota vale almeno 1 miliardo di dollari. La società a dicembre 2015 ha sponsorizzato il concerto tenutosi a Luanda dalla cantante rap americana Nicki Minaj, ingaggio da 2 milioni di dollari. Inoltre, la Dos Santos possiede il 28,8 per cento della società multimedia portoghese Zon Optimus (divenuta Nos) per un valore di 385 milioni di dollari; il 19,5 per cento della banca portoghese Banco BPI e il 25 per cento della banca angolana Banco International de Credito, che insieme rendono circa 500 milioni di dollari.
Se è stato possibile risalire all’ammontare del patrimonio di Isabel dos Santos, non si è ancora in grado di stabilire con quali fondi abbia potuto finanziare le sue attività imprenditoriali e soprattutto definirne l’origine e la provenienza. Di fronte a queste domande, lei e i suoi portavoce non hanno risposto o hanno semplicemente affermato: “Abbiamo utilizzato finanziamenti indipendenti e leciti”.
L’Angola è un paese ricchissimo di risorse naturali come diamanti e petrolio (secondo produttore in Africa) e nonostante negli ultimi anni la sua economia sia cresciuta, l’ex colonia portoghese resta segnata dalla povertà e dalle disuguaglianze. La ricchezza rimane nelle mani di pochi privilegiati e il 70 per cento della popolazione vive con 2 dollari al giorno. Lo Stato centro-africano ha il più alto tasso di mortalità infantile, il 15 per dei cittadini non ha accesso alle strutture sanitarie e nel luglio 2015 il governo ha tagliato il bilancio della sanità del 30 per cento.
In questo scenario, Isabel dos Santos non è una figura comune. E’ la figlia dell’uomo che detiene il potere da ben 37 anni e forse dietro le enormi ricchezze da lei accumulate, appare la lunga ombra del padre. Di questo parere è Rafael Marques de Morais giornalista investigativo e difensore dei diritti umani, che dal sito makaangola.org si impegna nella difesa della democrazia in Angola. “In un Paese dove la corruzione e la mancanza di trasparenza sono problemi reali, è giusto chiedersi da dove provengano i milioni di dollari, soprattutto se tuo padre è il presidente che a colpi di decreto rende legale qualsiasi operazione”, sottolinea Marques.
L’Angola con circa 4,26milioni di carati all’anno è uno dei più grandi produttori di diamanti al mondo, un giro d’affari di 6,5 miliardi di dollari. La società statale Endiama è la esclusiva concessionaria delle miniere. Marques, già conosciuto come autore di “Diamanti di sangue. Corruzione e tortura nel Cuango”, libro sulla drammatica situazione dell’industria diamantifera angolana, ha indagato su chi, oltre allo Stato, benefici dei proventi ricavati dalla vendita delle pietre preziose.
Nel 1999 il presidente Dos Santos ha costituito una nuova società per la commercializzazione e vendita di diamanti: la Ascorp. Il 51 per cento è di proprietà del governo attraverso Endiama, il 24,5 per cento in mano a commercianti israeliani noti nel mercato delle pietre e il restante 24,5 a Isabel dos Santos tramite la TAIS (Trans Africa Investment Services), società di investimento di Gibilterra, creata con la madre. Nonostante la Costituzione dell’Angola vieti al presidente di servirsi di denaro pubblico e sfruttare la sua posizione per arricchire la propria famiglia, il Consiglio dei Ministri da lui presieduto e controllato, ha approvato a suo tempo l’iniziativa.
Davide Debernardi
davidedebernardi@yahoo.it
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