Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 28 ottobre 2014
Il consiglio dei ministri del Burkina Faso, durante una seduta straordinaria, il 21 ottobre ha deciso di sottoporre all’attenzione dell’Assemblea nazionale un progetto di legge per modificare l’articolo 37 della Costituzione, che limita i mandati del presidente a due. E’ il primo passo per indire un referendum popolare. Voci di corridoio mormorano che potrebbe svolgersi già il 28 dicembre prossimo.
Blaise Campaoré, presidente del Paese, detiene il potere da ben 27 anni. E’ arrivato al potere con un colpo di Stato, organizzato contro il suo miglior amico Thomas Sankara (che avrebbe strangolato con le sue mani). Ora desidera ripresentarsi alle elezioni del 2015 per ottenere un terzo mandato, ma l’attuale articolo 37 della Costituzione non lo permette. Campaoré è un alleato prezioso per l’occidente, specie per la Francia e gli Stati Uniti d’America; una pedina importante che combatte gli estremisti di Al Qaeda della zona.
Il governo ha scelto la strada della “proposta di legge” e conseguente referendum dopo che i dialoghi con l’opposizione e la società civile sono sfociati in un nulla di fatto.
Durante una conferenza stampa, tenutasi subito dopo il consiglio straordinario dei ministri, Jérome Bougouma, ministro per la sicurezza ha dichiarato: “In applicazione del punto 15 della Costituzione, il consiglio dei ministri ha adottato un progetto di legge per la revisione dell’articolo 37, che sarà sottoposto all’Assemblea Nazionale in vista di un referendum”.
Immediata la risposta di una decina di organizzazioni della società civile del Burkina Faso che hanno chiesto ai parlamentari di “non rendersi complici di questo attentato alla Costituzione”.
Per domani mattina l’opposizione ha indetto una manifestazione a Ouagadougou, durante la quale intende lanciare la parola d’ordine di disobbedienza civile ai cittadini.
Anche per ieri pomeriggio era prevista una marcia, organizzata dalle donne, ma vietata dal sindaco della capitale, Casimir Ilboudou, prendendo a pretesto il fatto che l’organizzazione femminile non avrebbe presentato regolare domanda di autorizzazione agli organi comunali competenti. Una delle responsabili, Saran Sérémé, ha sostenuto di averla chiesta telefonicamente al sindaco.
Già all’inizio dell’estate l’opposizione aveva reagito fortemente all’eventuale ricandidatura del presidente per prossime elezioni e la sua volontà di voler apportare un cambiamento all’articolo 37 della Costituzione. Migliaia e migliaia di persone si erano radunate pacificamente allo stadio “4 agosto” di Ouagadougou, per protestare civilmente contro una nuova candidatura dell’attuale presidente.
Il Bourkina Faso, pur avendo discrete risorse minerarie, è uno dei Paesi più poveri al mondo. Il 40 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e necessita di aiuti umanitari. L’aspettativa di vita non supera i cinquantenni di età.
Il potere, si sa, piace. Difficile dover rinunciare all’amata poltrona per uno “stupido” articolo di legge. Cosa ci vuole a cambiarlo?
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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