Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
26 luglio 2014
Allerta sulla costa keniota dopo l’omicidio della turista tedesca ventottenne assassinata in strada giovedì scorso intorno alle 5 del pomeriggio a Mombasa, centro portuale del Kenya. Ancora non sono state rese note le sue generalità. Era in compagnia del suo compagno, un uomo di trentatré anni, cittadino ugandese, che durante la sparatoria è stato ferito. Ora l’uomo è ricoverato nel Coast general hospital di Mombasa. La coppia era giunta solo poche ora prima dell’attentato nella seconda città del Paese. Secondo fonti ufficiali erano solo di passaggio a Mombasa.
Il Ministero agli esteri tedesco (Auswertiges Amt) non ha ancora confermato l’accaduto. Secondo una portavoce del Ministero, l’unità di crisi è stata allertata immediatamente. Una volta effettuato il riconoscimento della salma e, solo dopo aver informato i parenti stretti della vittima, sarà rivelato il suo nome e cognome. “Questo prescrive il protocollo, quando cittadini tedeschi muoiono all’estero”, ha aggiunto la portavoce.
Il capo della polizia turistica, Robert Sicharani, ha confermato l’uccisone della giovane donna nel quartiere di Kikoboni, nella città vecchia di Mombasa. “Gli accertamenti sono ancora in corso, non posso aggiungere altro per il momento”, ha dichiarato ai giornalisti.
Di fatto si sa che la coppia è stata aggredita alle spalle da due uomini armati. Nessun tentativo di scippo o furto, i due sono scappati immediatamente dopo aver ammazzato la turista e ferito il compagno. Apparentemente potrebbe sembrare un’esecuzione in piena regola ad opera del gruppo al-shabab, che da mesi terrorizza la Costa del Kenya. Il 6 luglio 2014 luglio nella stessa zona è stata uccisa una turista russa. Il suo compagno è stato derubato.
Alcuni governi occidentali, tra cui gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Britannia (il Foreign Office ha addirittura chiuso il proprio consolato a Mombasa a metà giugno) sconsigliano ai propri cittadini di recarsi in Kenya, in particolare sulla Costa, proprio per i ripetuti attentati terroristici.
Dopo l’uccisione della turista tedesca, il governo australiano ha richiamato in patria trentanove volontari di International Development (Avid), impegnati in un progetto umanitario sulla Costa. Molte ambasciate occidentali hanno ridotto il proprio personale e all’inizio di agosto torneranno a casa una settantina di volontari del “Peace Corps”, un’organizzazione di aiuti allo sviluppo, che sospenderà tutti i progetti già programmati finché non cambierà il clima di forte tensione creatosi negli ultimi mesi.
“Peace Corps” è presente nel Kenya dal 1964 e oltre seimila volontari si sono susseguiti negli anni, sostenendo il governo del Kenya in vari progetti. Attualmente i suoi volontari erano impegnati nel campo scolastico, nel settore della salute pubblica, in particolare nella prevenzione HIV/AIDS e in vari progetti per lo sviluppo economico.
Milioni e milioni di dollari, destinati alla popolazione, a progetti umanitari,alle persone in stato di bisogno, allo sviluppo e alla crescita economica del Paese, se ne vanno in fumo. A farne le spese, come sempre, la povera gente, anche loro, vittime degli al-shabab.
Cornelia Isabel Toelgyes
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